Sembrava una classica partita di fine campionato quella di ieri al San Paolo tra Napoli e Cesena. Eppure non lo era, perché una delle due squadre in campo, gli azzurri, qualcosa per cui lottare, stranamente dopo la sconfitta di Kiev, ce l’avevano ancora. Eppure il clima era quello. Si vedeva nelle facce di alcuni giocatori in campo e lo si sentiva sugli spalti, con le Curve vestite a contestazione.
Benitez batte il Cesena e torna a vincere dopo le figuracce con Parma e soprattutto Dnipro. Il Cesena non era tecnicamente un nemico impossibile, ma dopo le clamorose sconfitte precedenti, era sempre meglio tenerlo a bada, cosa non scontata, come ha dimostrato il primo tempo.
L’obiettivo della Champions francamente resta ancora lontano, lontanissimo. E come ci hanno confermato molti tifosi all’uscita dal San Paolo, sono in pochi che realmente ci credono. Il Napoli in questo momento è dietro di tre punti rispetto alla Lazio, di quattro con la Roma e ora va a Torino, dove i bianconeri sicuramente non si faranno impietosire dalla causa partenopea. Specialmente dopo l’esito della Supercoppa a Doha, vogliono togliere qualcosa di importante a De Laurentiis nel giorno della festa scudetto.
Quello che in realtà allontana il Napoli, soprattutto dalla Lazio, è la condizione, fisica e mentale. Le romane sono in piena corsa verso l’obiettivo secondo posto. Gli azzurri l’obiettivo vero della stagione, la finale di Europa League, l’hanno gettato al vento nel peggiore dei modi e psicologicamente la botta si è sentita anche ieri. Il volto di Higuain, in panchina, e la sua successiva entrata con annesso di fischi sono il simbolo di una squadra che vada come vada, attende solo la fine, che a questo punto dista solo due partite…
G. Sgambati