Andujar 5,5: Non si esalta su Pereyra, può poco su Sturaro. Battuto mestamente dal dischetto da un Pepe redivivo. Qualche discreto intervento e poco altro.
Maggio 6: Tiene basso il baricentro e riesce a contenere le folate avversarie sulla sua fascia di competenza. Garantisce senso della posizione in una retroguardia che ha mostrato anche quest’oggi tanti, troppi affanni.
Albiol 5: Prova a domare le avanzate juventine come può, Coman gli risulta indigesto a più riprese, evidenziando tutti i limiti dello spagnolo con un passo rapido e sgusciante. Sul 2-1 di Sturaro è completamente statico sulle gambe, permettendo all’ex Genoa – non un fulmine di guerra – di aggirarlo e battere con facilità Andujar.
Britos 4,5: Si stacca in maniera sconsiderata in occasione del momentaneo 1-0 juventino, scoprendo il fronte all’imbucata di un lestissimo Pereyra. Alla distanza ci mette il fisico, concedendo poche sbavature. Chiude però personalmente la gara pervaso dalla follia, non c’è altro modo per descrivere la testata a Morata che gli costa il rosso in pieno recupero e che sigilla la sfida con il rigore del definitivo 3-1,
Ghoulam 5: Fermo sull’1-0 biaconero, con Pereyra che gli sibila attorno senza alcun ostacolo a frapporsi verso la porta di Andujar. Prova a dare segni di vita in fase di spinta, in teoria. La pratica è fatta di cross sconclusionati, spunti sporadici ed errori anche negli appoggi più semplici.
David Lopez 6,5: La mediana avversaria ha un altro passo, costantemente costretto a rincorrere, immani le difficoltà nel far proprio un confronto diretto con gli avversari. Duro il lavoro nelle due fasi, ma ha il grande merito di buttarsi con caparbietà sulla respinta corta di Buffon dopo l’errore di Insigne dagli 11 metri. Lo spagnolo è tra i pochi a creare brividi a Buffon sfiorando un’insperata doppietta in più occasioni.
Gargano 4,5: Scelto da Benitez con un compito preciso: dare battaglia a metà campo contro la coriacea mediana juventina. Missione fallita su tutta la linea, completamente annichilito al cospetto di avversari superiori in ogni frangente. La voragine in cui si tuffa Coman in occasione del vantaggio di Pereyra è lo specchio della prestazione a metà campo.
(Dal 77′ Jorginho: sv.)
Callejon 5: Scatti, strappi e nient’altro. Prova a supportare Maggio in fase di ripiegamento ed è l’unica cosa che riesce a tratti allo spagnolo allo Stadium, in avanti non riesce mai ad incidere, a garantire quel quid in più in grado di ribaltare le sorti del match.
Insigne 4,5: Benitez lo sceglie insieme a Mertens per garantire brio e imprevedibilità, armi con le quali il numero 24 partenopeo non riesce mai a scalfire l’accortissima retroguardia bianconera. Un solo guizzo ad inizio gara nel servire Mertens, poi un crollo verticale che trova la massima espressione nell’errore dal dischetto. Poco efficace anche in fase di non possesso dove, insieme a Ghoulam, è partecipe di uno spettacolo tutt’altro che edificante sull’out mancino.
(Dal 67′ Hamsik 6: Subentra ad un Insigne impalpabile alla ricerca di una svolta. Un paio di giocate, un colpo di testa disinnescato da Buffon, poco più di venti minuti superiori al rendimento di molti compagni di reparto.)
Mertens 6,5: Subito pericoloso, incisivo, scalda Buffon con una conclusione potente ben imbeccato da un’intuizione di Insigne. L’unico a provarci, si procura un rigore, cerca di servire i compagni fino alla fine, di innescare la giocata in grado di sconvolgere uno spartito che è apparso fin troppo chiaro dopo un discreto avvio. Predica, purtroppo per i partenopei, nel diserto più totale.
Higuain 4: L’ombra più cupa del Pipita passeggia allo Juventus Stadium, quartantacinque minuti di gara fatti di totale indolenza, mai una giocata che renda onore all’argentino, errori grossolani, un’apatia che lo prosciuga minuto dopo minuto fino alla mesta sostituzione dopo solo un tempo. Comparsa tra le comparse che non onorano l’ennesima gara decisiva.
(Dal 45′ Gabbiadini 6: Ci prova in un paio d’occasioni, da distanza siderale – male – e di testa trovando un Buffon impeccabile. Ci mette la voglia, certo, ma non è sufficiente a ribaltare l’incontro.)