Mentre i calciatori del Napoli si godono le vacanze ancora per poco, prima del raduno che a Castel Volturno rimetterà insieme i pezzi della squadra, c’è qualcuno per cui la stagione non è ancora finita: è Gonzalo Higuain, impegnato nella finale della Coppa America che sabato alle 22 verrà opposto all’Argentina il Cile padrone di casa. Il centravanti del Napoli ha segnato due reti nella competizione, la prima alla Giamaica ai gironi, decisiva ai fini del risultato, l’altra nel tennistico 6-1 con cui l’albiceleste ha liquidato il Paraguay in semifinale.
SENZA CERTEZZE – Higuain, però, non gioisce: al momento l’Argentina non è più sua, il posto da titolare in attacco non è certo come un anno fa. Nella finale del Mondiale il Pipita fallì una clamorosa palla goal contro la Germania: forse quell’errore pesa ancora nelle decisioni del c.t. Martino, al timone dell’albiceleste dallo scorso autunno. Non è facile emergere, per Higuain, in un attacco che comprende Messi, Aguero, Tevez, Di Maria, Lamela e Lavezzi. Non è facile emergere, soprattutto, dopo un finale di stagione in calando, malgrado le 29 reti realizzate in 58 presenze stagionali.
AZZURRO, NON ALBICELESTE – Higuain va a caccia di certezze, sia con la Nazionale che con il Napoli. Malgrado la sua permanenza non sia ancora scontata, la clausola di 94 milioni e 760 mila euro spaventerebbe qualsiasi Paperone arabo. A confermarlo ci ha pensato Cristiano Giuntoli, il quale ha dichiarato che “ce l’hanno chiesto, ma resta a Napoli”. Se così dovesse essere, al Pipita sarebbe affidato l’arduo compito di far rinascere da protagonista un progetto smorzato nell’ultima stagione. L’argentino sarebbe il primo vero e proprio tassello del nuovo Napoli di Sarri, che potrebbe eleggerlo a leader grazie al suo carisma e alla sua esperienza.
CAMBIAMENTI – Qualche cambiamento il Pipita dovrà affrontarlo dal punto di vista tattico, visto che l’ex tecnico dell’Empoli è solito schierare due punte nel suo scacchiere. Higuain dovrà convivere con un compagno di reparto, e il favorito al momento è Gabbiadini. I compiti offensivi potrebbero essere alleggeriti, visto che l’argentino non dovrà reggere l’intero peso dell’attacco sulle sue spalle. Più di una volta il numero 9 si è trovato molto isolato e talvolta male assistito dai compagni. Qualcosa cambierà: nasce il nuovo Napoli, e salvo colpi di scena, ripartirà dal suo centravanti migliore, quello delle 29 reti stagionali, non dei calci di rigore falliti: in fondo è sbagliando che si impara e – soprattutto – si riparte.
Vittorio Perrone