Perotti. Un giocatore che l’anno scorso al Genoa ha vissuto una stagione da protagonista. Ora sembra essere destinato a vestire la maglia azzurra, non con il numero 10 che ha indossato in rossoblu ovviamente.
Ecco quindi, da ieri, la corsa a scoprire chi sia in realtà questo argentino, che solo in pochi conoscono realmente. Chi è quindi Diego Perotti?
Il ragazzo è un classe ’88, proveniente dall’Argentina, figlio di Hugo Perotti, giocatore del Boca Juniors. Lui stesso si nutre di calcio proprio grazie alle giovanili del Boca, dove si forma e diventa un astro futuro del calcio argentino. Si trasferisce al Deportivo Moron e poi arriva il momento del viaggio in Europa. Lo prende il Siviglia. Qualche anno nelle giovanili e poi nel 2009 il debutto in prima squadra.
In Spagna non ha tanto spazio, ma rimane ben 6 stagioni con il Siviglia con cui si aggiudica l’Europa League nel 2014. Ritorna al Boca, ma il rientro è una delusione. Solo due presenze e nessuna rete. Preziosi l’anno scorso scommette su di lui e fa bene. Perotti si rileva decisivo per il campionato del Genoa. 27 presenze, 4 reti, ma soprattutto tanti assist ed un uomo che favorisce il gioco di squadra.
Sono due i ruoli che può coprire: trequartista ed esterno sinistro d’attacco. In entrambi i casi comunque il suo gioco è sempre lo stesso. Tanta velocità e grande spunto. Il dribbling nell’uno contro uno è un’arma a sua disposizione e sa uscire discretamente anche dai raddoppi. Il piede è delicatissimo e, spesso e volentieri, con un tocco riesce a mettere in porta l’attaccante sia con i cross sia con passaggi bassi filtranti.
Resta da migliorare molto la fase di finalizzazione. In carriera ha segnato pochissimi gol a confronto con gli assist fatti. Ed anche in fase di non possesso va rivisto. Detto questo, le sue caratteristiche rispecchiano alla perfezione quelle del calcio argentino: velocità e tanta tecnica.
C’è da capire – sempre se arriverà a Napoli – il suo adattamento nel modulo di Sarri e nella sua filosofia di gioco. Inutile dire che per Perotti, all’età di 27 anni un approdo a Napoli potrebbe portare ad una consacrazione nel calcio che conta.