Sta tornando a sventolare la bandiera tricolore in casa Napoli. Merito di Aurelio De Laurentiis, che settimane fa ha parlato della possibilità di creare una squadra di soli italiani. Progetto smentito, per ora, dagli arrivi di Gabriel, Reina e (a breve) di Allan. L’idea però è più concreta di quanto si possa credere, anche perché il Napoli, gli italiani (o naturalizzati italiani), li ha già in casa. Sono tre i ragazzi del Bel Paese, ancora nel fiore della propria carriera calcistica, da cui mister Sarri dovrà ripartire.
Il primo è Lorenzo Insigne, in cui il nuovo tecnico azzurro crede. Per lui si prospetta la possibilità di giocare da trequartista nel 4-3-1-2 di Sarri, in un ruolo completamente inedito. Un cambio netto, ma che può far bene a un calciatore definito spesso “prevedibile” e in cerca del definitivo salto di qualità. Effettivamente la problematica di Insigne è stata spesso la discontinuità, marchio di fabbrica del vecchio Napoli di Benitez. Con Sarri qualcosa potrebbe cambiare anche per Lorenzinho.
C’è poi Manolo Gabbiadini, uno dei nuovi perni dell’attacco del Napoli. Anche per lui il ruolo disegnatogli da Sarri, quello di centravanti, è quasi inedito, ma le sue capacità sotto porta non si mettono in discussione. Potrà agire lontano dalla porta, come spalla di Gonzalo Higuain. Garanzia assoluta durante la scorsa metà stagione, il prossimo anno potrebbe essere quello della consacrazione a livello internazionale.
Dulcis in fundo, c’è Jorginho, che pochi giorni fa ha dichiarato ai microfoni di prediligere il ruolo di regista davanti alla difesa. L’italo brasiliano avrà con certezza un’altra chance in azzurro, come alter ego di Valdifiori. Più che di conferme, Jorginho andrà a caccia di riscatto, dopo la scorsa deludente stagione. Il centrocampista di classe e fantasia ammirato a Verona potrebbe rivedersi al San Paolo? Chissà. Nel frattempo lui risponde presente alle chiamate di mister Sarri.
Per un Napoli di italiani ci sarà tempo, nel frattempo meglio ripartire da chi, la maglia azzurra, la indossa già.
Vittorio Perrone
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