Sarri maestro di calcio, la più grande vittoria è l’aver dato un’identità al Napoli

“Sarri insegna calcio, non si limita a fare il gestore”, parola di Arrigo Sacchi, non di certo uno qualunque. E mai parole furono più profetiche: Maurizio Sarri, piano piano, sta conquistando Napoli. La città, si intende, e anche qualche scettico di troppo, frettoloso nel giudicare un allenatore arrivato sì nel silenzio assordante dell’ambiente, ma capace di plasmare, nel modo migliore, una squadra che comincia finalmente a girare. L’ex tecnico dell’Empoli, finalmente, ha dato una identità all’intero gruppo.

Già il fatto di avere un undici base, fisso e con piccole modifiche, garantisce continuità alla squadra tutta, che così ha dei riferimenti fissi e sa sempre cosa fare. Il Napoli gioca con sicurezza: tocchi di prima, verticalizzazioni, manovra fluida e flessibile. I giocatori sanno cosa fare e quando farlo, sbagliando, finora, pochissime volte i tempi di inserimento e di chiusura. Facta, non verba: fatti, non parole. Ed è così che Sarri sta costruendo il suo gruppo. Parola sempre al campo, persino la conferenza diventa marginale. Nessun sofismo e nessuna attenuate: si vince e si perde insieme, ma l’importante è la prestazione. Finora, escludendo l’opaca prova di Reggio Emilia contro il Sassuolo, il Napoli in campo ha dimostrato una personalità che, insieme alla condizione, è andata via via crescendo, fino all’exploit delle ultime settimane. Nove punti in classifica e tanta strada ancora da fare, ma i calciatori, finalmente, cominciano a carburare; il feeling col mister sale e, dopo un po’ di silenzio, sta tornando il sereno anche con i tifosi.

La superficialità sta scomparendo: il Napoli non molla la concentrazione, tiene alta l’intensità, segue i dettami del suo mister, che ad ogni partita si trasforma in condottiero. Dopo il goal della Juve, ci si aspettava una squadra arrendevole e così invece non è stato. La sicurezza aumenta sempre più: per fare un esempio, basti considerare la difesa, cruccio nelle ultime stagioni e nelle prime uscite di questo campionato, brilla con un Koulibaly che, finalmente, interpreta al meglio ciò che gli chiede Sarri e con il resto del reparto sempre coordinato. I fantasmi del passato, via via, stanno scomparendo e il Napoli, quello vero, quello di “cazzimma”, quello con rabbia e personalità, quello che mischia qualità e quantità, sta lentamente emergendo. Il tutto grazie a quell’uomo in tuta, che ha dato un’identità che per troppo tempo è mancata, anche nelle stagioni precedenti. Merita più di tutti un posto sul carro dei vincitori, lo stesso carro sul quale qualcuno non meriterebbe nemmeno di metter piede.

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