Marty McFly passò anche per Napoli 30 anni fa: questa mattina è stato avvistato in un bar…

Lunedì 21 ottobre 1985. Marty McFly, prima di intraprendere il suo viaggio che lo avrebbe catapultato nel futuro, esattamente trenta anni dopo, a bordo della sua DeLorean trovò il tempo per passare anche per Napoli. In pochi lo sanno. La scena fu tagliata ma oggi resta un frammento di pellicola. 

Lo fece per ammirare il più grande di tutti i tempi, un certo Diego Armando Maradona in quel Napoli che appena il giorno prima, domenica 20 ottobre 1985, aveva umiliato gli eterni rivali del Verona con un 5-0.

McFly trovò il modo di fare un giro in città e, per provare il famoso caffè napoletano, andò in moltissimi bar dove non si parlava d’altro: ascoltò i tifosi e le loro parole, sognavano di vincere ma nutrivano ancora qualche dubbio, poteva essere davvero quella la volta buona?

Troppe scottature nel recente passato, neanche Savoldi o Altafini erano riusciti ad ampliare una bacheca ancora troppo povera per potersi sentire “Grandi”: l’ultimo trofeo vinto, la Coppa Italia del 1976, era già troppo lontano. C’era tanta fiducia in quello scugnizzo argentino, un po’ meno in quel Presidente Ferlaino che dal 1969 non era mai riuscito a dare una vera e propria svolta, “Forse meglio Achille Lauro” una delle espressioni più inflazionate di quel periodo. 

In un angolo di un piccolo bar del centro storico, mentre la radio passava “Bona jurnata” di Pino Daniele, la sua attenzione fu rapita da un bambino: Gennarino, così lo chiamavano gli amici intorno ai videogames con lui, avrà avuto al massimo 10 anni, una maglietta azzurra con la scritta “Buitoni” fatta con un pennarello nero sotto quella “Cirio“, sponsor degli anni precedenti. I soldi probabilmente erano pochi per stare dietro l’aggiornamento. Marty McFly gli chiese cosa fosse il Napoli per lui.

U’ Napul? É tutt cos… Chist’ann vincimm, tu ‘ddic io! Simm i chiù fort! E si nun vincimm chist’ann vincimm l’anno prossimo! U’Scudett prima o poi cà addà venì. Scommettiamo un caffè?“.

Uno strano ottimismo trapelava da parte di un piccolo tifoso che fino ad allora mai aveva assaporato la parola vittoria. Marty McFly accettò la scommessa, avrebbe avuto modo di fare un salto nel futuro da lì a breve, trenta anni in un secondo per scoprirne il risultato. 

Così stamattina, 21 ottobre 2015, è tornato in quel bar e Gennarino lo aspettava sorridente: “Visto? Avevo ragione io? Me lo offri un caffè?“.

Dalle parole del ragazzino, oggi un quarantenne avvocato che parla con la “r moscia” avendo dimenticato il suono dialettale delle sue parole, scopre che il Napoli in questi trenta anni non ha solo vinto nella stagione 1986-87, quella successiva all’incontro con Gennarino che si era così guadagnato il caffè gratis per la sua premonizione; quella bacheca così vuota di trofei annovera oggi ben tre Coppe Italia in più, due Supercoppe e una Coppa Uefa. Ma soprattutto gli Scudetti, sono ben 2.

Eppure i napoletani non sono ancora felicissimi, alcuni tifosi rimpiangono addirittura Ferlaino, le pretese si sono evolute allo stesso passo di Gennarino, da scugnizzo ad avvocato. Nessuno riesce a guardare a questi ultimi 30 anni e godere per tutto quello che è successo, oltre ogni sceneggiatura fantascientifica.

Un po’ tutti pensano che sia ancora troppo poco.

Eppure nel ritornare verso la sua DeLorean Marty non trova una città cambiata, eccetto la scomparsa di quel largo parcheggio a Piazza Plebiscito.

Forse il napoletano vuole che cambi soprattutto  il calcio, poi tutto il resto.

McFly riparte, appuntamento tra appena 30 anni: c’è un Napoli diverso da raccontare. Ci sarà anche una città e una popolazione diversa ad accoglierlo?

Antonio Manzo

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