Esce Insigne, entra Mertens. Quanti possono permettersi, nel campionato italiano, un lusso così? Pochi. Se poi si aggiunge a questo il fatto che entrambi giocano nelle rispettive nazionali, che entrambi giocano alla perfezione in questo Napoli, che entrambi possono risultare decisivi grazie ad un azione o ad un semplice tocco, tutto torna.
Si, perché una delle fortune di questo Napoli è quello di avere cambi all’altezza, per ogni situazione ed evenienza. Insigne gioca largo, poi si accentra: è ideale per le squadre che si aprono e lasciano spazi. Mertens invece punta l’uomo, può scardinare a suon di dribbling qualsiasi difesa, contro squadre che giocano in undici dietro la linea della palla, è senza dubbio un’arma in più. Ogni calciatore a disposizione di Sarri garantisce al tecnico sempre una soluzione in più, approfittando anche delle diverse caratteristiche di ognuno, come per esempio David Lopez, utile per spezzare il gioco, da mediano puro. Ghoulam è buono in fase di copertura, ottimo in fase d’attacco: Strinic assicura maggiore sicurezza al reparto arretrato. Dicasi lo stesso per Maggio e Hysaj, partner ideale per lo stakanovista Callejon, che non ha cambi all’altezza invece: uomo a tutto campo, vero e proprio jolly, da difensore, centrocampista, esterno d’attacco e finalizzatore da punta centrale. Avere calciatori così importanti per ogni ruolo, alla lunga, può risultare una soluzione vincente. Gabbiadini vice Higuain, per ammissione dello stesso Sarri, è un lusso per pochi.
Al di là del budget, il vero ruolo di un allenatore dovrebbe essere quello di valorizzare i propri calciatori e in questo senso Sarri sta riuscendo benissimo: tutti protagonisti, tutti coinvolti. Escludendo Zuniga e De Guzman, ormai lontani da Napoli nel prossimo futuro, tutti hanno trovato spazio e tutti hanno dato ampie garanzie. Lo stesso Chiriches si è dimostrato lucido e capace di dare equilibrio alla retroguardia, alla pari di Koulibaly e Albiol. Una delle più belle vittorie dell’ex tecnico dell’Empoli è proprio questa: aver dato serenità a ventitré calciatori, tutti ugualmente coinvolti e tutti capaci, più o meno, di rispondere alla chiamata del mister che, presto o tardi, è sempre e comunque arrivata. E per il futuro? Con una panchina così, le cose non possono che migliorare. E a gennaio sarà di nuovo tempo di mercato e chissà, magari arriverà qualcuno pronto a dare il suo contributo. Perché da titolare o meno, in questo Napoli sono tutti protagonisti.
GENNARO DONNARUMMA
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