Continuare con la striscia positiva. Questo l’imperativo della sfida al Palermo al San Paolo. Decima giornata di campionato in una sfida infrasettimanale ricca d’insidie. I siciliani di scena sotto il Vesuvio in una partita che ha nelle ultime diciassette sfide ha proposto solo 5 volte meno di due gol.
Sarri nel segno della continuità schiera una formazione quasi titolare. Si riposano solo Koulibaly e Allan che sino ad ora non l’avevano mai fatto. Chiricheș e David Lopez sciolinano una prestazione di alto livello non facendo rimpiangere i compagni. Iachini, che al San Paolo non ha mai avuto vita facile, ci prova con Gilardino prima punta e Vázquez a supporto con scarsi risultati.
Il primo tempo è stato il manifesto del momento azzurro. Il Palermo non la vede mai o quasi. Solo qualche contropiede per gli uomini di rosa vestiti senza impensierire mai Reina. Il Napoli invece potrebbe tranquillamente vestire la maglia blaugrana delle migliori stagioni. Possesso palla continuativo, senza patemi e giocando sempre rigorosamente palla a terra. Mai un lancio lungo, mai un rinvio senza senso. L’orologio Napoli funziona con un meccanismo quasi perfetto, se è vero che la perfezione non è di questa Terra.
Se dovessimo trovare un difetto a questa squadra è la collezioni di pali in due partite. Ben cinque in due sfide e quella sofferenza che non ti abbandona mai sino al triplice fischio finale. Palermo che non la vede mai e che non crea mai difficoltà alla difesa partenopea. Reina spettatore non pagante e tifosi in visibilio.
Higuain (attuale capocannoniere) sembra il gemello di quello che lo scorso anno sbuffava ad ogni palla persa. Il gol (ma non solo il gol) è l’evidenza che l’attaccante azzurro ha lasciato alle spalle quei momenti bui. Corre e lotta su tutti i palloni, sempre pericoloso che sia da dentro o fuori l’area di rigore. È lui il tenore di questo Napoli che suona come un’orchestra divinamente diretta da Mister Sarri.
Antonio Picarelli
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