La voce grossa dei piccoli di casa: che sia solo sana competizione. L’ennesimo arduo compito affidato a Sarri

La coperta corta del passato sembra aver racimolato toppe per strada: poco bella all’apparenza, efficiente nei momenti di necessità. La critica più frequente delle passate stagioni, ovviamente mossa contro il padrone di casa azzurra, Aurelio De Laurentiis, ha smesso si essere considerata tale. Stavolta il Napoli funziona, con i suoi uomini migliori e con quelli meno pronti a scattare sull’attenti. E che tutti sono utili, ma nessuno è indispensabile, non andate certo a dirlo a Maurizio Sarri. Qualcuno lo sarà senza dubbio di più, Gonzalo Higuain in primis, artefice spietato dei successi dell’ultimo mese azzurro. Meno facile per il tecnico partenopeo scegliere i suoi compagni di reparto, non tanto per le qualità indiscusse dei prescelti, quanto per le note ambizioni di chi è costretto a sedere in panchina.

Stavolta, nella gara casalinga che regala l’ennesima vittoria al Napoli, ha dovuto decidere ancora Maurizio Sarri, che tiene fuori Gabbiadini e Mertens per Callejon e Insigne. Non brillantissimo il primo, estroso ma poco concreto il secondo. Il ballottaggio, che ancora una volta ha sorpreso la piazza, convinta di affidarsi al belga dal 1’ di gioco, ha rischiato di trasformarsi in un’amara ciliegina che avrebbe potuto rovinare la festa azzurra. La maglia da titolare, dopo i tentennamenti settimanali, è stata affidata ancora a Lorenzo Insigne. Il giovane scugnizzo made in Naples è attualmente tra i più in forma della rosa partenopea, motivo principale per cui Sarri continua a sfruttare le sue qualità fin dall’inizio di ogni gara. Una stagione spettacolare, quella di Lorenzo; nonostante la croce costretto ad abbracciarsi, di quell’incubo trasformatosi in perenne paura, si è finora messo in luce come meglio poteva. La gara col Palermo è l’ennesima dimostrazione di voglia e carattere: corre, suda, si sacrifica e prova ad insaccare la palla. A fermarlo solo un legno, più volte colpito dagli azzurri durante l’intero match con i rosanero. Una prestazione degna di applausi, sporcata sul finire dall’eccessiva reazione al momento del cambio. La decisione di Sarri non l’ha di certo gradita Insigne, che raggiunge la panchina borbottando, incredulo della sostituzione a più di mezz’ora dal fischio finale.

Al suo posto Dries Mertens. Il belga, amico e compagno di reparto di Insigne, scalpita insoddisfatto dalla panchina per un intero tempo regolamentare, in attesa di poter mettere finalmente piede in campo. La reazione spropositata di Lorenzo manda su tutte le furie il nuovo entrato che, dopo l’ennesimo palo, regala il doppio vantaggio agli azzurri, chiudendo la pratica Palermo. Un’esultanza insolita quella del folletto belga che, al posto del solito cuore rivolto alla tribuna, sembra voler festeggiare poco, fino a liberare la rabbia e trasformarla in urla. Alza forte la voce, in risposta ad una scelta poco gradita e alla protesta del compagno di squadra. Ha voglia e bisogno di spazio e allora meglio mettere le cose in chiaro, seppur a modo suo. E se da un lato ha dovuto pensarci Maggio a placar gli animi, dall’altro è arrivato Pepe Reina, che prova a tranquillizzare Mertens sul finire del match. Un’incomprensione che non di certo romperà gli equilibri e il buonumore che si respira nello spogliatoio azzurro. Un’accesa competizione, dettata dall’ambizione e il desiderio di mettersi in mostra, pronta a rimanere tale con l’esperienza di Sarri. Ci penserà lui a restituire il sorriso ad entrambi, affinchè la rivalità sia sempre sana e gli stimoli non cessino mai di alimentare il talento dei due piccoli di casa Napoli.

Francesca Di Vito

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