Dieci giornate di Serie A alle spalle, un quarto di stagione avvincente, caratterizzato da conferme, progetti ambiziosi e sorprese difficilmente preventivabili ai nastri di partenza di fine agosto. La marcia, a tratti trionfale, del Napoli di Maurizio Sarri prende onori e ribalta per qualità e costanza. La Roma tornata, sola, in vetta riacquistando sicurezza, valorizzando le indiscutibili doti dei propri interpreti. La crisi della Juventus e il sorprendente ritmo di Sassuolo e Atalanta a griffare un campionato che non lesina controsensi. L’Inter rivoluzionata da Mancini cinica, compatta, ma ancora poco convincente nonostante una classifica pregevole. Campionato italiano ai primi lampi che offre tanti temi, pieghe nascoste nelle pagine di due mesi intensi, tutto affrontato con il collega Federico Spinelli di SpazioInter.it, contattato dalla nostra redazione.
Più di un quarto di campionato agli archivi, impossibile emettere sentenze ma è già possibile esprimere giudizi su una Serie A, mai come quest’anno, sorprendente. Stupisce più la posizione della Juve o il rendimento di medio-piccole come Sassuolo e Atalanta, con merito a ridosso della zona Europa League?
Sicuramente un calo della Juventus era preventivabile, anche da un punto di vista motivazionale era irreale che riuscisse a dominare per la quinta volta di fila il campionato. Non ritengo il Sassuolo una sorpresa è un progetto che sta rendendo nelle ultime stagioni, praticando un ottimo calcio. Certo vedere l’Atalanta così in alto è sorprendente. Rivelazione evidente comunque per me è il Napoli, mi aspettavo un miglioramento dagli azzurri, non però a questi livelli. Dal punto di vista del gioco ritengo che il Napoli sia la più grande sorpresa campionato.
Vetta ad oggi che appare discretamente salda tra le mani della Roma di Garcia. Superato qualche momento difficile, caratterizzato anche da forti critiche della piazza a causa di un rendimento in Champions tutt’altro che positivo, i giallorossi sembrano aver trovato la loro quadratura nelle ultime uscite. E sabato sera c’è lo scontro diretto con l’Inter…
La Roma è senza alcun dubbio la favorita per il titolo insieme al Napoli, un aspetto a favore dei giallorossi – emerso nelle ultime uscite – è una ritrovata compattezza. A questa si abbina un ulteriore punto di forza: l’imprevedibilità in avanti garantita dal recupero di un giocatore come Gervinho e il graduale inserimento di Salah. Non sottovaluterei il ritorno di Maicon, un giocatore in grado di fare la differenza in entrambe le fasi di gioco. A metà campo hanno un reparto di livello altissimo, anche al netto delle defezioni. Sabato mi aspetto una Roma imprevedibile, l’Inter ha centrali come Murillo che alternano grandi interventi a buchi evidenti. Temo meno Dzeko che potrebbe essere gestito a dovere da Miranda.
Secondo posto per i nerazzurri, in coabitazione con Napoli e Fiorentina, ma il gruppo di Mancini, stante una ormai consolidata compattezza difensiva, continua a non convincere dal punto di vista del gioco. Come giudichi queste prime dieci giornate? Cosa manca per un definitivo salto di qualità?
Mancini, dopo le prime vittorie, aveva affermato che fosse necessario attendere le prime nove/dieci gare, ora il giudizio è possibile. I nerazzurri non sono ancora pronti per il titolo, ancora inadatti a confrontarsi con squadre come Roma e Napoli, sono però all’altezza del piazzamento Champions, questo è indubbio. Dal punto di vista del gioco spesso la squadra è stata a tratti inguardabile, come in occasione del primo tempo di Bologna, i risultati sono arrivati ma soprattutto grazie ad eventi, a giocate in grado di ribaltare l’inerzia della gara. Manca un uomo di qualità a metà campo, ad affiancare elementi come Kondogbia, Medel e Melo, quello che avrebbe potuto rappresentare Kovacic ma che nella pratica non ha mai garantito. Inoltre il modulo attuale non lo ritengo adatto ad un giocatore come Icardi, da quando Mancini ha cominciato a puntare sugli esterni la resa dell’argentino ne ha risentito in zona goal.
Ecco, il “caso Icardi”, le parole dell’argentino nel dopo gara di Bologna non sono state poi così leggere, soprattutto nel riferimento ai compagni. Un’uscita da prendere con il beneficio d’inventario, a caldo nel dopo gara, o qualcosa in più?
Icardi ha preso, a mio modo di vedere, una leggera cantonata. Non ha assolutamente tutti i torti ma non sono parole da capitano, Mancini ha puntato molto su di lui avendo un carattere dirompente, molto forte. Proprio per queste certe parole andrebbero evitate, va detto che sì, non riceve tantissimi palloni, ma si sacrifica ancora poco per la squadra e ed è difficile che faccia un gran lavoro senza palla.
Problemi che non riguardano invece Gonzalo Higuain, probabilmente nel miglior momento della sua carriera, superiore ai primi due anni azzurri e all’esperienza madrilena…
Verissimo, a Madrid era più giovane e protagonista di una costante staffetta con Benzema. Ora è nel pieno della sua maturità. Può assolutamente essere un trascinatore ma sono tanti i fattori che stanno caratterizzando la crescita della squadra. Parliamo di Insigne, fino alla scorsa stagione discontinuo, poco costante nelle prestazioni, ora è decisivo quasi quanto l’argentino. Non solo l’attacco, il Napoli ha una metà campo nuova di zecca dove spicca Allan, un mastino dotato di ottimi tempi d’inserimento. Sono sorpreso dall’ottima fase difensiva, il vero problema delle scorse stagioni. L’innesto di Reina è stato importante ma vanno dati i meriti a Sarri nell’aver disegnato una fase difensiva compatta ed ordinata. Il Napoli deve tantissimo al suo tecnico, il reparto offensivo è sempre stata una certezza, ma tutto il complesso è su livelli importanti grazie al tecnico ex Empoli.
Stato di grazia per gli azzurri che, spulciando a fondo, trova una piccola nota stonata: qualche malumore in avanti per un minutaggio ritenuto da alcuni non soddisfacente. Come hai inquadrato la gestione degli attaccanti azzurri da parte di Maurizio Sarri?
Sulla gestione degli attaccanti sono parzialmente concorde con Sarri, il Napoli ha iniziato un lavoro nuovo, ad oggi ha trovato una quadratura e i risultati e il gioco stanno dando ragione al tecnico. E’ giusto che continui così. Insigne è stato giustamente redarguito dal tecnico, non può di certo pretendere di giocare tutte le partite 90 minuti. Una grande squadra deve avere ottime alternative, basti pensare all’affare Kovacic-Real e alle dichiarazioni di Perez. Poi è ovvio, tutti – in particolar modo grandi giocatori come Mertens e Gabbiadini – vogliono e pretendono spazio.
Gabbiadini, un patrimonio azzurro che va preservato ma anche, inutile nasconderlo, un giocatore al quale proprio Mancini ha sempre guardato con particolare attenzione…
A Mancini l’ex Samp piace tantissimo, negli ultimi giorni di mercato l’Inter aveva fatto un’offerta molte importante per Ghoulam e Gabbiadini. Quella di Ghoulam dato l’acquisto di Telles e l’utilizzo, più che positivo, di Juan Jesus in quel ruolo, ritengo sia una pista fredda. Sono invece convinto che a gennaio l’Inter un tentativo per il numero 23 azzurro lo farà. Palacio al momento non riesce a garantire un adeguato minutaggio. Biabiany non è ancora pronto sebbene stia sorprendendo e Ljajic è molto scostante, dubito infatti che il serbo venga riscattato al termine della stagione. Gabbiadini proprio per questo potrebbe essere una soluzione particolarmente gradita. Ritengo che l’attaccante azzurro, per caratteristiche, riuscirebbe ad inserirsi al meglio nello scacchiere di Mancini.
Edoardo Brancaccio