Una partita non facile, da napoletano, su un campo da sempre ostile per chi, non solo gioca, ma tifa anche Napoli. Lorenzo Insigne ha vissuto così la sua domenica, vittima costante di insulti e cori poco ortodossi dai tifosi scaligeri, sempre pronti a beccarlo non appena toccasse palla. Ogni offesa però, anche la più brutta, è stata rispedita al mittente. Rete, bella come al solito, e poi la corsa baciando la maglia: pubblico ammutolito, strada spianata per un’altra, importantissima vittoria. Ma il momento più bello, senza dubbio, è stato un altro: l’abbraccio a Maurizio Sarri è la chiara immagine del clima che ormai circonda la squadra, della serenità e della gioia che coinvolge l’intero gruppo. Lui non vuole i meriti, ma ce li ha: Sarri ha portato gioia, divertimento e spensieratezza in un gruppo che sta acquisendo sempre più autostima.
Lorenzo Insigne sta vivendo probabilmente la sua miglior stagione in Serie A, ma soprattutto ha trovato il miglior allenatore, al momento giusto, per lui: fiducia incondizionata di Sarri al ventiquattro azzurro e lui lo ripaga con classe e qualità. Oramai si sta sempre più defilando il ragazzo e sta emergendo l’uomo, in campo e fuori. Un calciatore che ha trovato finalmente la sua dimensione, che sa quel che fare e quando farlo. Non ha paura di sbagliare, perché c’è la consapevolezza di poter crescere e migliorare ancora e potersi finalmente togliere grandi soddisfazioni, indossando quella maglia che ama e che orgogliosamente, alla faccia dei cori beceri, bacia ogni qualvolta segni un goal o si vinca una partita.
L’abbraccio e le risate, la felicità confermata anche questa volta, il grande rapporto col mister e con una piazza che lo ha eletto suo idolo indiscusso: questi elementi sono serviti a Lorenzo per completarsi. E tra gli obiettivi non manca la Nazionale: perché gli errori si pagano, poi bisogna essere bravi a non commetterli di nuovo. Perché quest’abbraccio di una domenica di fine novembre possa ripetersi, con un altro allenatore, a giugno, occorre che Insigne continui così: facendo la differenza, perché con lui il Napoli ha un’arma in più e non smette di sognare.
GENNARO DONNARUMMA
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