Con calma, lentamente, senza scoprirsi o scoraggiarsi dopo aver visto un muro gialloblu davanti. Una corazza, quella della squadra di Mandorlini, che ha frenato gli assalti del Napoli per oltre un’ora di gioco. Dieci giocatori dietro la linea della palla, raddoppi di marcatura e tanta, tantissima legna sui portatori di palla di Sarri. Il punto è che, però, il Napoli domina, fa un po’ ciò che vuole, nel primo tempo ottiene oltre il 70% del possesso palla, nel secondo il 68. Alla fine si conteranno 22 tiri per gli azzurri contro i tre del Verona.
E’ un Napoli che ci prova con continuità, senza mai cedere il passo agli avversari. Arma il piede di Higuain in più di un’occasione ma si vede murare da Albertazzi e Moras. Il possesso, così, rischia di diventare sterile. “Sin prisa, però sin pausa” avrebbe detto qualcuno che da queste parti è stato ormai dimenticato. Perché la truppa di Sarri non si ferma mai, ma al tempo stesso non si fa cogliere da ansie e preoccupazioni: sa bene che, prima o poi, il goal arriverà. Il giro palla del Napoli però non risulta mai sterile, anzi, i pericoli fioccano e il Verona non può far altro che indietreggiare. L’Hellas, in questo senso, supera pochissime volte il centrocampo e tocca con i suoi portatori appena 465 palloni, nulla in confronto ai 977 tocchi del Napoli.
Il contingente partenopeo dimostra di non aver bisogno di episodi per portarsi in vantaggio. Il gioco, il palleggio e soprattutto la qualità fanno sempre la differenza. Basta un filtrante di Hamsik per Insigne e gli azzurri vanno in vantaggio: con pazienza, dopo 66 minuti passati a cercare di scardinare il muro gialloblu. A sorprendere maggiormente è il fatto che questa compagine non perda mai di lucidità e riesca anzi a caricare gli avversari con la stessa intensità per tutti i 90 minuti. Non a caso, trovato il doppio vantaggio, Higuain e compagni hanno giocato sul velluto e sulle ali dell’entusiasmo, sfiorando il tris a più riprese. Un segnale importante per Maurizio Sarri, che sa di poter contare su una squadra affamata e mai paga, costantemente alla ricerca del goal e soprattutto al massimo delle proprie energie fisiche e mentali. La conseguenza è l’entusiasmo di una piazza che ora, inevitabilmente, ci crede.
Vittorio Perrone
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