C’è chi ha brutti, bruttissimi ricordi del turn-over, vero e proprio incubo negli anni scorsi. Forse le altre competizioni, come l’Europa League, non avevano l’importanza che via via hanno poi acquisito, fino ad oggi. Oppure mancava la mentalità giusta, quella capace di fare la differenza, quella che distingue i grandi gruppi dalle piccole squadre: quella componente che ti porta a non snobbare alcuna competizione e a dare sempre il cento per cento.
Ebbene, questo Napoli, è l’unica squadra in Europa League a punteggio pieno. Il Napoli è una squadra che ha segnato tantissimo e subito pochissimo, che ha passato quasi tutte le gare nella metà campo avversaria, è la squadra che è stata capace di sottomettere, con facilità quasi irrisoria, tre rivali agguerrite e pronte a darsi battaglia. Il tutto con un sapiente e ponderato turn-over da parte di Maurizio Sarri, capace di dosare le forze dei suoi uomini e di proporre sempre una piacevole novità per stupire il pubblico. Una di queste è El Kaddouri esterno, e non mezzala: un ruolo nuovo per il marocchino, che sta dando ampie risposte su questo punto, dimostrando che chi lavora sodo ottiene sempre i suoi risultati. Perché essere allenatore significa anche insegnare, far sì che un calciatore impari quel che magari non avrebbe mai creduto di fare. L’ex allenatore dell’Empoli sta dando ai suoi anche questa consapevolezza, sta dando l’input decisivo per far sì che ogni limite venga superato.
Questo è un Napoli a cui certo non mancano i campioni, eppure dove tutti sono ugualmente protagonisti, a prescindere dai minuti giocati o dai goal segnati. Il vero cambio di mentalità sta proprio in questo punto: esiste il gruppo, non il singolo. Che sia in Europa League o in campionato, la squadra non perde mai la propria identità. Il turn-over, a lungo andare, può solo giovare ad una squadra chiamata al suo esame di maturità: una parte già è stata superata, con l’Europa League che ora torna a febbraio. Adesso manca la prova finale, quella del campionato: lunedì arriva l’Inter al San Paolo, per continuare a credere in quello che, finora, si sta rivelando essere un vero e proprio sogno.
GENNARO DONNARUMMA
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