Il Pocho Lavezzi ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport prima della partenza per Barcellona dove lunedi il Napoli affronterà il Barcellona per il Trofeo Gamper. Argomento tabù l’eventuale partenza di Lavezzi da Napoli.
Lavezzi tiene ancora tutti con il fiato sospeso per via di quella clausola rescissoria: se qualcuno entro il 31 agosto si presenta con un’offerta di trentadue milioni di euro e la proposta è di gradimento del calciatore, sotto tutti i profili, l’argentino potrebbe anche lasciare il Napoli. Ma per ora nessuno si è spinto a tanto. Solo «pour parler». Ed il Pocho pensa solo a presentarsi ai nastri di partenza nelle migliori condizioni possibili, indossando comunque la maglia azzurra. Si mostra sereno. Ha legato ulteriormente con Mazzarri dopo aver ricevuto il permesso tecnico di un supplemento di riposo. E’ riflessivo nelle risposte, maturo al punto giusto, cosciente della stagione che l’aspetta. Per il Pocho, la lotta scudetto resta aperta a quattro-cinque squadre. Ed il Napoli, tra queste. I gol? Proverà a farne qualcuno in più, lo promette. Intanto Lavezzi si appresta al faccia a faccia con l’amico e concittadino Messi al Camp Nou domani sera. Hanno parlato spesso di Napoli città durante i ritiri con la nazionale argentina. Si conoscono dal mondiale U.20. Domani sarà una bella ribalta anche per lui, particolarmente sensibile a certi palcoscenici.
Lavezzi, domani sera il Napoli sarà l’ospite d’onore al trofeo Gamper, che occasione sarà?
«Ci servirà per capire a che punto della preparazione siamo arrivati, per vedere come siamo messi atleticamente, nulla di più. Un’amichevole importante sotto quel profilo perché vorremmo arrivare bene alla prima di campionato. Di sicuro nessuno di noi vuole fare figuracce».
Non può negare che si tratta di una gara speciale…
«E lo è. Sarà sicuramente una bella esperienza, ma con il Barcellona mi piacerebbe giocare in Champions, non in amichevole».
E potrebbe anche capitare visto che il Napoli dovrà incrociare una big nel girone, non crede?
«Certo, sarebbe bellissimo ritrovarli per una sfida che vale i tre punti. Ad ogni modo è motivo di prestigio per il Napoli sfidare un grande club, forse il più grande al mondo, vuol dire che siamo cresciuti ».
E siete diventati anche voi una grande.
«No, un momento. Noi ancora non lo siamo. Per esserlo bisogna aver vinto dei titoli e noi non abbiamo ancora vinto niente. Tra qualche anno è possibile».
E’ la prima volta che sfida Messi da avversario?
«Sì, da avversario sì ma ci conosciamo da piccoli. Siamo della stessa città (Villa Gobernador è nel circondario di Rosario, ndi). Ci conoscemmo nel mondiale U.20 vinto dall’Argentina. E da lì è nato un rapporto di amicizia sincero, un bel rapporto che poi è proseguito in nazionale».
Avete mai parlato del Napoli?
«Del Napoli, no ma della città di Napoli diverse volte. Lionel vorrebbe visitarla un giorno. E’ intrigato ».
Verrebbe anche a giocarvi?
«Non credo. Credo che voglia chiudere la carriera lì dove l’ha iniziata: nel Barcellona. E poi: non lo vedrei in un’altra squadra».
Chi è più forte, lui o Maradona?
«Impossibile fare un raffronto. Sono diversi. Anche per personalità. Di sicuro Leo è quello che gli si avvicina di più. Il calcio di adesso è diverso da quello di prima, difficile fare paragoni. Maradona però ha fatto cose uniche con squadre che erano inferiori al Barcellona di oggi. Diego è stato unico e lo sarà sempre, Messi è un altro giocatore. Sono epoche diverse e giocatori diversi. Due fenomeni in epoche diverse ».
Messi può ancora crescere secondo lei?
«Nel calcio come nella vita si può sempre migliorare. E Messi è ancora così giovane, nonché il numero uno al mondo. Come lo è stato Maradona alla sua epoca».
Avete assorbito la mancata vittoria della Coppa America?
«E’ difficile dimenticare. E’ stata una frustrazione ma ci servirà di lezione per il futuro. Tutto serve per non sbagliare più».
Perchè i tifosi del Napoli l’amano tanto? Durante l’amichevole dell’altro giorno tanti cori solo per lei…
«Perché cerco di fare le cose che so fare e forse perché sono rimasto sempre me stesso. Essendo anche io argentino, qualcuno farà anche degli accostamenti con Diego che ha giocato qui, chissà. Ma io sono contento dell’affetto dei tifosi e sono a loro grato di questo. Spero di ripagarli sul campo un giorno tutto questo affetto. Magari quando vado in Nazionale questo non accade».
Come vede il prossimo campionato?
«Molto bello e combattuto. Ci sono tante squadre che si sono rinforzate. Noi abbiamo la fortuna di avere un gruppo consolidato, questo è molto importante. Dobbiamo partire con il piede giusto, potrebbe essere la chiave di volta per la stagione. Tecnicamente siamo cresciuti, sono arrivati giocatori forti che adesso si stanno inserendo in gruppo. Questo è un fatto positivo: facilitare l’ambientamento dei nuovi è fondamentale».
Non ha detto chi potrebbero essere le favorite, però..
«Secondo me, quattro o cinque squadre ed una di queste è sicuramente il Napoli. La Lazio può essere la sorpresa, poi ci sono le milanesi, la Juve che pure si è rinforzata molto e la Roma che lotterà fino alla fine. Se dovesse capitare di trovarci nelle stesse posizioni dello scorso anno, stavolta saremo più maturi e potremo fare ancora meglio»
Cosa replica a chi dice che lei segna pochi gol?
«Che proverò a farne di più. E’ una questione di fiducia. Ma mi riprometto di fare qualche gol in più nel prossimo campionato e di tirare più in porta»
Conosce Chavez, neo acquisto del Napoli?
«Ci ho giocato insieme. Dico solo che è un bravo ragazzo. Poi sarà lui a dimostrare di essere anche un bravo calciatore».
Come va con la sua fondazione per i bambini poveri, l’Ansur?
«Tra un mese apriremo un numero di conto corrente anche in Italia. Non dimentico le mie origini e se posso fare qualcosa per aiutare chi ne ha più bisogno lo faccio ben volentieri ».