Reina 5: Attento, concentrato, quando chiamato in causa ai primi rintocchi di gioco su insidioso piazzato. Non è però domenica da miracoli, tutt’altro, e si vedrà. Può poco sulle reti di Destro e Rossettini, tante le responsabilità sulla doppietta personali di Destro: una conclusione per nulla irreprensibile sul suo palo, una topica che mette la parola fine all’incontro.
Ghoulam 5: La sconfitta di Bologna passa anche dalle corsie laterali. L’algerino non ingrana mai la marcia giusta, in nessuna delle due fasi di gioco. Tanti i varchi concessi in copertura, poche le proiezioni insidiose a sovrapporsi ad Insigne.
Koulibaly 5: Un brivido raggelante corre lungo la schiena al quinto di gioco quando il guizzante Mounier gli prende il tempo e sguscia via; l’intervento del franco-senegalese è nettamente in ritardo ma, per sua fortuna, lontano circa mezzo metro dall’area di rigore. Disattento nel gestire le consegne sul corner di Brienza che ispira il raddoppio di un Rossettini in eloquente solitudine. Destro gli scappa via con eccessiva disinvoltura sul tris rossoblù. Una prestazione all’insegna della confusione, in totale controtendenza con il giocatore ammirato in questa stagione.
Albiol 5: Parte bene, un paio di chiusure intelligenti, in surplace. Certezze che mancano però al quarto d’ora, poco convinto nello scalare e mettere con sicurezza in fuorigioco Mattia Destro – che resta in posizione dubbia – indecisione fatale e che cagiona il vantaggio felsineo. Errore che ne condiziona la tenuta psicofisica dell’intera prestazione, caratterizzata da qualche incertezza di troppo in lettura e nelle chiusure.
Hysaj 5: Gli avversari si avventano sugli esterni e il classe ’94 soffre come poche volte in stagione. Tanti gli affanni in fase di non possesso, pressoché assente la fase di spinta.
(Dal 63′ Maggio sv: Chiamato a sostituire un Hysaj in estreme ambasce, il Bologna nel finale spinge poco nella sua zona di competenza dopo oltre un’ora su ritmi forsennati. Si fa notare poco in fase di spinta.)
Hamsik 5,5: La mediana è un vero e proprio campo di battaglia, confronti aspri e decisi su ogni pallone utile. Il capitano partenopeo è sempre l’ultimo a mollare, a lasciare spazio all’inerzia negativa che aleggia sul rettangolo verde del Dall’Ara. Cuce gioco, imposta a testa alta, serve su un piatto d’argento il pallone che Higuain trasforma in una doppietta che concede pochi istanti di speranza. Non è però sufficiente.
Jorginho 5: Mente annebbiata nel motore azzurro . Tanti errori in impostazione, lento, compassato, prevedibile. Difficile gestire la manovra con i tempi giusti senza riuscire a rimbeccare, colpo su colpo, al ritmo importante della mediana di Donadoni. In balìa degli avversari quando chiamato a fare filtro, capitolo a parte l’impalpabilità sui piazzati, mai all’altezza.
Allan 5: Senza timore di smentita la prima prestazione stagionale in cui il mediano carioca lascia il campo senza la proverbiale medaglia al merito. I centrocampisti di Donadoni pressano a ritmi forsennati, ringhiano sulle caviglie dell’ex Udinese che non riesce, suo malgrado, a ribattere colpo su colpo. Spesso in ritardo in chiusura, prova a emergere con i consueti spunti palla al piede ma la resa non è certo da ricordare.
(Dal 75′ David Lopez sv.)
Insigne 5,5: Per poco meno di un’ora spinge, attacca, si propone e cerca il varco. E’ con il gps il tracciante con cui serve Callejon al decimo fermato solo da un ottimo Mirante. Manca però lo spunto finale, il guizzo che resta a lungo in canna: spreca – di testa, non proprio il colpo della casa – una ghiottissima occasione a tu per tu con l’estremo difensore avversario. Si eclissa colpevolmente nella seconda fase di gara, ha il merito di ispirare preciso Higuain .
Callejon 5: Sono quattro le reti in Europa League in stagione, in campionato il tabellino è ancora, mestamente, vuoto alla quindicesima. Un trend che lo spagnolo prova ad invertire fin dalla prima frazione di gara, prima un reattivo Mirante alla Garella e poi la sorte stampata in un sordo montante rispondono picche. La musica non cambia, tutt’altro, quando c’è da ispirare i compagni, con il classe ’87 di Motril che non riesce mai ad essere realmente incisivo. Soffre a dismisura anche nel garantire i consueti equilibri senza palla. Una domenica da dimenticare a 360°.
(Dal 65′ Mertens 5,5: Discreto l’impatto sulla gara, qualche buono spunto alternato a cambi di gioco impreciso. Non c’è il solito cambio di marcia in grado di spaccare l’incontro, ma mancano i minuti sulle gambe. Alla lunga annaspa con i compagni.)
Higuain 6: Gara a due facce, killer instinct nel cassetto fino all’assalto finale. Chiuso nella morsa degli irreprensibili Oikonomou e Gastaldello soffre le pene dell’inferno senza mai lasciar sfogo a lampi di classe e giocate pericolose per larghissimi tratti di gara. I palloni serviti non sono copiosi, certo, ma quando l’occasione è quella giusta ad inizio ripresa spara alle stelle il pallone con incise le stimmate per riportare in carreggiata l’incontro. Si sveglia nel finale, due reti che valgono i sedici goal stagionali, quattordici in campionato. Andranno, però, solo alla statistica.
Sarri 5: Una gara da non sottovalutare, queste le doverose premesse della vigilia. Monito per nulla trasfuso in campo, una squadra irriconoscibile che con merito perde l’imbattibilità costruita gara dopo gara dalla sconfitta di Reggio Emilia il 23 agosto. Scoppola che nasce a metà campo e sugli esterni, dove gli azzurri non sono mai stati realmente in partita, conseguenze patite – in maniera lancinante – da una retroguardia che per novanta minuti è sembrata aver rimosso dettami, meccanismi e reprimende che ne avevano fatto un reparto solido, la migliore retroguardia del campionato fino alla sfida del Dall’Ara. Appunti su cui costruire un percorso, scolpiti negli affondi di Destro e Rossettini, dal quale sarà necessario attingere per evitare black out simili a breve giro di posta.
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