Un’imbarcata senza possibilità d’appello, con una coda d’orgoglio nel finale. La disfatta di Bologna non stravolge un percorso ma pone interrogativi che restano incisi proprio nell’assalto all’arma bianca che ha il merito di ridestare animo e speranza dei 10.000 cuori azzurri accorsi in terra emiliana e del pubblico partenopeo tutto.
Dieci minuti a scompigliare le certezze di un ottimo avversario, con un Napoli finalmente slegato dalla sufficienza che ha, colpevolmente, caratterizzato l’intera contesa del Dall’Ara. Spunti ispirati di Insigne e Hamsik, fra i pochi del gruppo di Maurizio Sarri a provarci, a targhe alterna, in una prestazione che comunque non ha destato livelli sufficienti. Traccianti precisi, ad incrociare, il primo, in verticale – quello dello slovacco – per le due reti del Pipita, Gonzalo Higuain, il migliore in campo del lunch match della quindicesima giornata per gli azzurri.
Dr Jekyll & Mr Hyde. Sembrava una giornata no, con il killer instinct ben riposto negli spogliatoi del San Paolo dopo la prestazione sontuosa contro l’Inter di Mancini. Quasi novanta minuti con risibile gloria nella trequarti felsinea, ottima la guardia di Oikonomou e Gastaldello, coppia di centrali arcigna, solida, sempre capace di spegnere svariate le velleità partenopee tra ottimi anticipi e interventi di mestiere. Spazio al riaffiorare di quel nervosismo quasi mai accennato in questa prima fase di stagione, pochi palloni giocabili e tra questi, uno, ad inizio ripresa, con cui riavvolgere il nastro e ripartire, accorciando le distanze su preciso invito di Hamsik. Fantasmi che riappaiono, colgono di spalle, in quel pallone sparato alle stelle. Poi scacciati, certo, nella reazione finale, di cuore ed ardore, concentrato nella doppietta del delantero di Brest. Quattordici goal in campionato, sedici in stagione in diciotto presenze. D’opportunismo e prepotenza, due goal in cui incanalare tutta l’insoddisfazione per un’occasione indubbiamente sprecata, ma da quale attingere e ripartire in vista del big match di domenica prossima contro la Roma.
Edoardo Brancaccio
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