Il Napoli torna a Frosinone: il Matusa tappa fondamentale dell’ascesa azzurra

18 dicembre 2005 e 21 aprile 2007: due date come tante altre, ma non per i tifosi e gli appassionati di fede partenopea. Due date che hanno scandito la crescita del progetto Napoli firmato da Aurelio De Laurentiis, che dopo la delusione rimediata nei playoff del primo anno di C1 nel derby contro l’Avellino si riscatta trionfando in due stagioni esaltanti. Le due vittorie sopracitate portano in grembo tanti significati ma un unico condottiero: entrambe sono infatti firmate dal timoniere principe di quella squadra, Edoardo Reja. Quel Napoli, giovane ed inesperto, arrivava su qualsiasi campo delle serie minori con la fama di ammazza-campionato, anche se i soli investimenti economici non sempre erano sinonimi di vittoria.

Due partite, due vittorie di importanza capitale: la prima perché arrivò, grazie alla doppietta di Bogliacino, nel momento cruciale della stagione, infondendo maggiori certezze e tranquillità alla truppa ancora ferita dalla delusione dell’estate precedente; la seconda perché, al crepuscolo o quasi della stagione 2006/2007, sancì con la prodezza di Trotta l’allungo finale culminato successivamente con la promozione diretta in Serie A assieme a Genoa e Juventus. Due affermazioni che hanno contribuito in maniera a dir poco fondamentale alla crescita ed alla maturità della compagine partenopea, legate indissolubilmente dall’animo umile di chi ha portato per mano quella squadra e di chi la sta conducendo quest’oggi, uniti sotto un’unica cultura, quella del lavoro: da Reja a Sarri, il passo sembra breve, eppure è immenso.

Quasi dieci anni dopo il Napoli torna in terra ciociara, forte di una crescita esponenziale, tecnica ma anche societaria: il terzo posto della classifica IFFHS è uno dei simboli di questa rinascita, di un periodo florido che mai come oggi ha rappresentato un progetto così vincente e soddisfacente sotto ogni punto di vista. La gestione societaria del presidente De Laurentiis è fiore all’occhiello di qualsivoglia società dello Stivale; il progetto tecnico, dopo il fallimento dell’ultima stagione, è ripartito con nuovi propositi e viaggia spedito verso la trasferta di Frosinone.

Da Bogliacino e Pià, Sosa e Trotta, ad Higuain ed Insigne, da Reja a Sarri. Tre dei tanti simboli di un Napoli vincente, in campo e fuori: la società partenopea ha condotto la squadra in Europa per sei anni consecutivi e viaggia con personalità e carisma verso la settima partecipazione di fila. Dall’eliminazione rimediata contro i portoghesi del Benfica al primo anno alle vittorie al San Paolo contro Manchester, Chelsea ed Arsenal. Anche due affermazioni in Coppa Italia ed una Supercoppa Italiana, lo scorso anno. Manca il campionato, certo, ma il Napoli che continua a crescere puntando su progettualità e solidità finanziaria, sembra lanciato verso il compimento naturale del suo percorso di formazione.

La sfida di Frosinone dunque, così come già accaduto in passato, segna un passaggio fondamentale nel microcosmo della stagione in corso. La speranza a Napoli è sempre la stessa: così come successo nove ed otto anni or sono, è quella che al termine della stagione, dopo il successo contro la truppa di Stellone, si possa festeggiare qualcosa di importante.

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