Una dimostrazione netta di superiorità e potenza, il modo migliore con cui apprestarsi al giro di boa nella stagione che avrebbe scandito il ritorno del Napoli nella massima competizione europea. Il 9 gennaio 2011 al San Paolo andava in scena quella che in riva al Golfo è da sempre considerata la madre di tutte le partite, ospite la Juventus di Delneri, ostacolo nella rincorsa degli azzurri alla seconda piazza, rincorrendo il sogno Champions.
Dominio. Un 3-0 senza storia, con un unico, grande, trascinatore a issarsi su tutti i ventidue in campo, quell’Edinson Cavani che in azzurro avrebbe continuato a tratteggiare scampoli di storia cristallina, incastonata nelle 104 gemme alle pendici di Vesuvio in tre, sole, stagioni. Famelico, incontenibile il numero 7 partenopeo autore di un tris tutto di testa, di cui l’ultimo spettacolare in tuffo, a certificare un assedio lungo novanta minuti, con predominio assoluto dell’undici di Walter Mazzarri. Juventus raramente in partita, letteralmente dilaniata dagli assalti orchestrati dai tre tenori azzurri, in una serata indelebile nella memoria dei tifosi partenopei.
Edoardo Brancaccio