57 candeline sulla torta e 41 buoni motivi per festeggiare col sorriso. Sicuramente una giornata da ricordare per Maurizio Sarri, che al suo primo compleanno in azzurro porta a casa tre punti preziosi. E’ un inverno meno freddo per il Napoli, che dalla trasferta di Frosinone esce con cinque gol in cassaforte e non poche consapevolezze: così, l’ultima giornata del girone d’andata impreziosisce l’andamento dei partenopei. Tre i traguardi che al giro di boa restituiscono fascino e coraggio alla troupe di Aurelio De Laurentiis che blinda il tecnico toscano e invita la squadra a non abbassare la guardia.
CAMPIONI D’INVERNO – Poche chiacchiere e potere ai fatti: il girone d’andata regala il primato in classifica al Napoli, che dalla vetta ha senza dubbio una visuale migliore. Lo sgambetto di Berardi frena l’Inter di Mancini, beffata allo scadere tra le mura di casa. Non meno importante il regalo della Lazio, che interrompe la corsa della Fiorentina, e quello del Milan che doma una Roma non di certo al top della forma. La lotta al vertice, mai come quest’anno agguerritissima, passa per una giornata che ha del sensazionale, ma premia la squadra che attualmente esprime il miglior gioco. Idea, carattere, ordine, supremazia: è questo il Napoli e molto di più. L’ha costruito a sua immagine e somiglianza Maurizio Sarri: sfacciato e testardo, a caccia di quel traguardo raggiunto dopo 27 anni, inaspettato nei suoi primi mesi di permanenza azzurra. Nessuno l’avrebbe mai pronosticato davanti alla mancata esperienza su una panchina pesante come quella partenopea, nessuno ha smesso di crederci quando la svolta è passata da Castel Volturno a Fuorigrotta, fino agli stadi di ogni angolo d’Italia. Il suo Napoli ora vince e convince, a testa alta e con quell’irrefrenabile entusiasmo che continua a rinnovarsi di partita in partita. Una speranza per il futuro, come le statistiche finora suggeriscono, una certezza che non fa che incrementare la voglia e l’ambizione di un club che ha ormai tutte le carte in regola per scrivere un altro piccolo pezzo di storia.
GONZAGOL – Chiamarlo bomber sarebbe riduttivo. Gonzalo Gerardo Higuain: 18 gol in 19 giornate di campionato, così il quadro perfetto che sintetizza l’incredibile forza di un talento innato. Magia e carattere in una stagione che fa finalmente di lui l’eroe della piazza partenopea. Quell’irresponsabile e immaturo argentino, artefice di una Champions mancata, si è caricato sulle spalle le sorti di un’intera squadra. Quei maledettissimi rigori sono solo ricordi lontani, trasformati in ulteriori occasioni per dispensare sorrisi. Segna Gonzalo, affamato come mai nelle passate stagioni. Da ogni porzione di campo, senza alcun avversario da temere. Ne porta a spasso due – anche tre quando serve – cattivo abbastanza da metterla in porta pur senza guardarli quei sette metri di bersaglio. Cinico e volenteroso, nell’area piccola come a centrocampo: perché ogni cambio di gioco degno di nota passa senza dubbio dai suoi piedi. Estroso, lucido, altruista, passa di qui la crescita di un giocatore qualsiasi diventato ora molto più, che si guadagna il titolo di capocannoniere d’inverno, inseguito in Italia così come ormai in tutta Europa.
INSAZIABILI – Ad incorniciare le due etichette di top, il nuovo record azzurro vede protagonista la squadra per intero. Perché se i singoli fanno la differenza, è l’anima del gruppo a premiare gli azzurri. Con 38 gol fatti, il Napoli di Sarri raggiunge un ulteriore primato, prendendo le distanze dalla Fiorentina. Una giostra che gira ininterrottamente, senza distinzione di età, ruolo ed esperienza. Da Allan a Gabbiadini, passando per Hamsik e Mertens, da Albiol ad Insigne, fino ad arrivare al campione sopracitato. Una macchina da guerra, compatta e perfettamente addestrata per punire ripetutamente e qualsivoglia avversario. Senza sosta, senza timore, ogni occasione è quella giusta per essere trasformata in una memorabile meraviglia. E se quest’etichetta da anni è impressa sui colori azzurri, l’ennesimo applauso va a Maurizio Sarri, capace sfruttare al meglio le doti ormai evidenti dei suoi insaziabili talenti. Continui pure a festeggiare, mister, incurante delle accuse di provincialismo. Perché prima di prendere il fiato e soffiare su quelle 57 candeline un desiderio è più che lecito. E Napoli tutta sa qual è.
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Francesca Di Vito
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