La questione tra Sarri e Mancini si è “chiusa” ieri con la decisione del giudice Tosel di dare due giornate di squalifica più 20mila euro di multa all’allenatore del Napoli e 5mila euro di multa a quello dell’Inter. Ecco, però, che arrivano subito le accuse sulla presunta leggerezza della squalifica e sulla fortuna avuta da Sarri in questa occasione. In particolar modo il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport che hanno, nell’ordine, titolato così sulle edizioni odierne dei loro quotidiani: “Sarri, ipocrisia di un verdetto” e “Sarri l’hai passata liscia”.
Duro attacco del Corriere della Sera che ha rincarato la dose, scrivendo: “La voglia di sorridere svanisce subito di fronte alla sentenza del giudice sportivo che condanna l’allenatore del Napoli a un buffetto sulla guancia: dare del «frocio» all’avversario costa appena due giornate di squalifica nella prossima Coppa Italia (in questa il Napoli non c’è più, le prime partite della prossima le giocherà contro squadre minori, il danno è zero)” continuando con: “In questo Paese di maschi da caricatura, in cui la categoria del «politicamente corretto» viene ridotta a sinonimo di ipocrisia e la mitezza diventa «buonismo», noi, caro giudice Tosel, sommessamente, preferiamo stare dall’altra parte. O, come forse direbbe Sarri a man salva, dall’«altra sponda»”.
Più lieve, invece, l’accusa della Gazzetta dello Sport che si limita a “giustificare” il mancato intervento del presidente Tavecchio: “La decisione di non forzare la mano contro il tecnico azzurro da parte del numero uno della Federazione era quasi scontata, visti i precedenti scottanti che lo vedono protagonista di scivoloni mediatici proprio sull’omofobia. Un suo intervento creerebbe un precedente molto pericoloso”.
Un caso che sembra non voler terminare anche a causa di chi marcia sulla questione e tenta in tutti in modi di destabilizzare l’ambiente, portando acqua (sporca) al proprio mulino.
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