Non sarà una partita come le altre, inevitabilmente, quella di domenica pomeriggio per Maurizio Sarri. Il Deus ex Machina dell’Empoli delle annate precedenti, ritroverà la sua creatura al cospetto del suo Napoli, conscio dei pericoli gli azzurri potrebbero avere nell’affrontare la truppa di Giampaolo. La mano, del resto, come ha spesso ribattuto l’ex allenatore di Cagliari e Siena, è ovviamente quella di Sarri, non senza però qualche miglioria apportata dallo stratega di nascita svizzera. Nonostante la conoscenza a menadito di quasi tutti gli schemi che hanno permesso all’Empoli di affermarsi come realtà sempre più crescente nel panorama del calcio dello Stivale, il mister non ha risparmiato i suoi, durante la settimana, di fare particolare attenzione e cura maniacale ai dettagli minimi, che non saranno da non trascurare in vista dell’impegno di domenica pomeriggio.
L’Empoli targato Sarri-Giampaolo ha mantenuto intatti alcuni dettami impartiti dall’ex allenatore nella passata e nelle precedenti stagioni: molte trame proposte dai toscani della scorsa stagione si vedono anche in questa annata, seppur molti dei protagonisti in campo siano cambiati. Da Rugani a Valdifiori, passando per Vecino e Croce: gli azzurri di oggi sono, e probabilmente saranno anche domenica, Zielinski e Paredes, Barba (forse) o Camporese, per finire a Buchel. Cambiando l’ordine dei fattori, tuttavia, il risultato non è affatto cambiato nell’anno di grazia 2015/2016, anzi sono migliorati e non di poco, attestando e certificando valori tecnici e di progettualità della società del patron Corsi. Tornando al campo, però, ci sono alcuni schemi che si sono tramandati nel corso dei mesi e che, sfruttando le caratteristiche degli interpreti, riescono sempre alla perfezione.
Ricordate il gol del 3-0 dell’Empoli, proprio al Napoli, nel precedente dell’aprile scorso? Bene, anche se non rievoca bellissimi ricordi, riavvolgendo il nastro del match ritroveremo un gol rivisto non più tardi di qualche giorno fa, quando sullo stesso palcoscenico del Castellani, Saponara e compagni hanno tessuto la trama perfetta per battere Donnarumma, Romagnoli ed il Milan così come fecero con Andujar, Koulibaly ed il Napoli. Vediamo perché:
30 aprile 2015, Empoli-Napoli 4-2 (45′ Saponara, min. 1’40” del video) – Croce si libera perfettamente alle spalle della cerniera di centrocampo del Napoli composta dal duo Inler-Gargano, costringendo la difesa del Napoli a reagire di conseguenza. Britos esce in chiusura staccandosi dal quartetto difensivo ed esponendosi all’uno due della mezzala avversaria con Pucciarelli, che attira l’attenzione di Ghoulam su di se. Dopo uno scambio stretto, l’attaccante viene servito dal tracciante no-look del centrocampista e può battere a colpo quasi sicuro su Andujar. Complice la deconcentrazione della difesa di Benitez, Saponara libero a centro area riesce a piazzare la sforbiciata del tris empolese. Ciò su cui poniamo l’accento è, però, lo svolgimento della trama d’attacco dei toscani, abili e precisi nello smarcarsi nello stretto e puntare, con rapidi passaggi, l’area avversaria.
24 gennaio 2016, Empoli-Milan 2-2 (31′ Zielinski, min 1’20” del video) – Dove eravamo rimasti? Stessa trama, stesso scenario. L’Empoli è impeccabile nell’uscire palla al piede dalle retrovie e, come contro il Napoli, beffare la pressione del centrocampo avversario. In questo caso, Montolivo e Bertolacci sono in notevole ritardo e permettono a Zielinski di imbeccare Saponara che ha una prateria davanti a sé nella fascia centrale del campo. L’ex rossonero salta Romagnoli, costretto ad uscire come Britos, poi è clamoroso nella lettura del taglio alle spalle della difesa dell’ex mezzala dell’Udinese, bravo nel controllo a seguire e battere a rete tra le gambe di Donnarumma.
Due giocate, due azioni simili per impostazione, diverse per struttura ma efficaci e ciniche per esito finale. Il Napoli, soprattutto nei ruoli di Allan e Jorginho, dovrà essere bravo ed attento nell’esporsi il meno possibile a questo tipo di giocata di Saponara su tutti alle spalle della linea di centrocampo. Le speranze, in tal caso, sono due: in primis che il centrocampo a tre di Sarri sia più attento di quelli a due di Benitez e Mihajlovic e, inoltre, che il Maestro stavolta sieda sulla panchina dalla giusta tonalità di azzurro.