Se il campionato fosse finito si potrebbero anche spiegare gli occhi lucidi di Gonzalo Higuain. Ma la verità è che a Torino la Juventus ha vinto una battaglia, non la guerra. Quella finisce a maggio, tra 13 partite. “Finali”, secondo Insigne e Reina. Ed è proprio il portiere azzurro a caricare l’ambiente al termine della sciagurata partita dello J-Stadium: “Adesso si vedono le squadre che sono veramente squadre! Non si molla mai” scrive su Twitter. Sarebbe inutile, infatti, farsi abbattere dalla sventura. Proprio da Torino invece il Napoli dovrà ripartire, con l’aiuto dei propri tifosi: “Stateci vicini” scrive Reina.
Loro hanno recepito il messaggio, inondando con il proprio affetto l’aereoporto di Capodichino: erano in 3 mila a intonare a squarciagola “Un giorno all’improvviso”. Non può essere una conclusione deviata a far cambiare idea ai tifosi: questa squadra può e deve competere per lo scudetto, ripartendo immediatamente senza farsi abbattere dalle circostanze. La forza per rialzarsi si ritrova in una componente fondamentale: il gruppo, lo spogliatoio e la sua coesione con l’ambiente esterno.
Un gruppo compatto, che non si fa spaventare dagli eventi negativi e non si lascia paralizzare dalla tensione degli appuntamenti d’elite: in aereo Reina e Higuain scherzavano con Chalobah come se fossero diretti al ristorante per passare il tempo allegramente in compagnia. C’è maturità nell’ambiente Napoli, consapevolezza delle proprie potenzialità ma al tempo stesso umiltà, mai voglia di strafare. E’ bene che Higuain e compagni non se ne dimentichino, ed è bene che il Pipita asciughi le lacrime e si ricordi del suo status di capocannoniere.
Andare avanti insomma, è il motivetto che risuona nell’ambiente partenopeo. Un ambiente che ha trovato la quadratura del cerchio grazie a Sarri e che, seguendo le parole del proprio allenatore, non ha alcuna intenzione di lasciare che un semplice tiro deviato in zona Cesarini rovini quanto di buono fatto. La maturità più grande sta nel riconoscere la propria forza, guardando indietro per un momento e riavvolgendo il nastro del cammino sinora compiuto. In attesa di continuare a stupire. No, non sarà un tiro deviato a far cambiare idea.
Vittorio Perrone
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