Quando ci si pone un obiettivo, si dà il massimo per raggiungerlo. Se si è davvero testardi, poi, non ci si arrende nemmeno dopo le cadute. Si va avanti malgrado le avversità per proteggere quanto di buono fatto e quanto di altrettanto buono si intende fare. Il Napoli ha lavorato sodo per arrivare lì in alto: è partito da Dimaro con un pugno di mosche in mano, qualche maceria da ricostruire ed è arrivato, mano nella mano con il suo allenatore, a conquistare la vetta della classifica del campionato (momentaneamente persa) e a meritarsi gli elogi degli addetti ai lavori. “Il miglior gioco del campionato italiano” dicono.
DUBBIO AMLETICO – Pertanto, sarebbe un errore (uno grave…) farsi condizionare da quello che, ad oggi, è un isolato incidente di percorso. Da tenere a mente per migliorarsi, certo, ma da non ergere a giudice della verità assoluta: la Juventus non è più forte del Napoli e il campionato è ancora lunghissimo. Abbinata, però, c’è una competizione altrettanto importante, quell’Europa League che ha visto il Napoli protagonista di partite spettacolari e di numeri altrettanto sorprendenti: 6 vittorie su altrettanti incontri, 22 reti fatte e appena 3 subite. Una competizione che Higuain e compagni dovrebbero cercare di portare a casa, secondo qualcuno. Una competizione che Higuain e compagni dovrebbero snobbare, secondo molti. Perché effettivamente sullo spietato palcoscenico europeo ogni errore può portare alla capitolazione: il Napoli lo sa e non può permettersi lo scivolone dello scorso anno, arrivato proprio a pochi passi dalla linea del traguardo. Meglio concentrarsi sul campionato, più “alla portata” della truppa colorata d’azzurro.
VENI, VIDI, VICI – La parola con la “S” prima di tutto, poi l’Europa League. Sono quasi tutti d’accordo, tranne due persone: Maurizio Sarri e Pepe Reina. L’hanno fatto sapere a microfoni e taccuini durante la consueta conferenza stampa prepartita. Turnover sì, ma semplicemente per tirare il fiato. “Non so se farò 8-9 cambi, non mi interessa – dice il tecnico – l’importante è che chi gioca vada dentro dando il massimo. Aggiungendo: “A prescindere da chi giocherà le prossime partite, a me interessa che la squadra porti in campo sempre la stessa voglia di vincere”. Mertens, Gabbiadini, Strinic e tutta la banda delle seconde linee è pronta a riprendere confidenza con il terreno del campo di calcio. Quello del Madrigàl, per la precisione. Ma indipendentemente da questo l’obiettivo sarà vincere. Partita dopo partita, senza fare calcoli: “Chi indossa la maglia del Napoli vuole vincere tutte le partite, sia in Europa che in campionato” sostiene Reina. Un chiaro messaggio anche per il morale delle seconde linee, di Gabbiadini su tutti, ma anche di Maggio, Valdifiori, Chiriches e David Lopez. Parte integrante e fondamentale di uno spogliatoio quanto mai unito e vincente. Con le prime e con le seconde linee, in campionato come in Europa League.
Vittorio Perrone
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