Affrontare un cammino in salita? Tutti possono farlo. Scalare una montagna è invece un atto più difficile, che richiede uno sforzo superiore, una determinazione straordinaria e un’astuta pianificazione. Scalare una montagna, però, porta in dote un carico maggiore di soddisfazioni: perché tutto è migliore quando si guarda dalla vetta.
Il Napoli, una montagna, dovrà scalarla giovedì prossimo al San Paolo, quando a Fuorigrotta faranno visita i ragazzi di Marcelino Garcia Toral, quel Villarreal che, secondo i media spagnoli, ha vinto “all’italiana” la gara d’andata. 1-0, tanto calcio ma anche tanti calci. Il tutto condito da un arbitraggio definito “inquietante”. Sarri ha tenuto a sottolinearlo in conferenza, con mitezza, sia chiaro, perché il tempo per mettere le cose a posto c’è. In novanta minuti di fuoco al San Paolo. Il maestro d’orchestra di Higuain e compagni in ambito europeo non ha l’esperienza dei più navigati rivali, ma si è dimostrato abile conoscitore delle logiche da dentro o fuori del palcoscenico internazionale.
Sa bene che il Villarreal al San Paolo arriverà con la spavalderia di chi è sicuro di sé e con l’ignavia di chi non punge per non essere punto. “Giocheremo su un campo difficile ma abbiamo il vantaggio di non aver preso goal – dice Marcelino – Loro dovrebbero farci due goal e noi non dovremmo segnarne, non è impossibile ma è difficile”. Due risultati su tre: un vantaggio niente male per l’allenatore spagnolo, che però non ha fatto i conti con il dodicesimo uomo azzurro, il San Paolo. Un impianto in grado di far tremare le gambe persino a Yaya Tourè, che nella sua onorata carriera ne ha visti di ambienti infuocati.
E’ su questo fattore aggiunto che il Napoli cerca di contare per avviare una rimonta difficile ma non impossibile. A patto che il San Paolo “prenda la partita sul serio”, sostiene Sarri. Perché l’Europa League finora non ha mai invogliato i tifosi azzurri a popolare i sediolini di Fuorigrotta: 13 mila con il Brugge, 18 mila con il Midtjylland e 20 mila circa ad assistere alla gara con il Legia Varsavia. Di certo non hanno aiutato il giorno infrasettimanale e la caratura non eccelsa degli avversari, ma contro il Villarreal il sostegno dei tifosi sarà fondamentale.
Perché un San Paolo pieno può fare la differenza. Sarri ne è certo: “giocare lì è difficile per tutti” dice. In un periodo complesso i tifosi devono stare vicini alla propria squadra. L’avevano detto Reina e Hamsik dopo la partita con la Juventus, lo confermano da più parti dopo lo scivolone europeo. Sarri chiama, il San Paolo deve rispondere. Per il bene della squadra. Ribaltare il risultato, con il supporto e il calore che solo i napoletani sanno dare, diventa più facile.
Vittorio Perrone
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