Ci sono partite e partite. Vittorie e vittorie. All’interno del viaggio, lunghissimo, di una stagione, nel macrocosmo del campionato ci sono 38 microcosmi all’apparenza identici, dalla stessa valenza, che assegnano gli stessi punti. Vero, ma forse solo in parte. Quella di stasera al San Paolo si presenta, agli occhi della stagione 2015/2016 del Napoli e delle altre pretendenti al titolo ed alla lotta Champions, come una della partite che, con ogni probabilità, sposterà o condizionerà gli equilibri dello stesso da una parte o dall’altra. In casa Napoli il momento è di quelli determinanti come pochi. Mai, prima d’ora, da qualche anno a questa parte, i partenopei si affacciavano all’ultimo quarto di stagione con il muso davanti o, come in questo caso, con qualche passo leggermente in ritardo.
Gli azzurri di Sarri non hanno approcciato (sul piano meramente dei risultati) nel miglior modo possibile il momento cruciale della stagione che prevedeva un ciclo pregno di impegni quali lo scontro diretto di Torino, l’andata ed il ritorno dei sedicesimi di Europa League e le sfide contro Milan e Fiorentina. Le due sconfitte di misura, immeritate quanto sfortunate, sono incise nella roccia stagionale della squadra campana e devono rappresentare, alla vigilia dell’impegno contro i rossoneri di Mihajlovic, come una spinta in più ed esperienza nel bagaglio personale di ulteriore maturità e crescita. Al peggiore momento stagionale, ovviamente dal puro punto di vista dei risultati, deve corrispondere una reazione non uguale ma contraria: non sul piano del gioco, o quantomeno in parte, ma soprattutto di orgoglio.
Ci sono partite che valgono di più, per tanti motivi. Il peso specifico della gara di questa sera, infatti, va ben al di là dei tre punti e dell’effimero primato che il Napoli conquisterebbe in caso di successo. Si, effimero. Perché conquistare la vetta alla ventiseiesima giornata sarebbe si un motivo di vanto ed di orgoglio, ma non rappresenterebbe la vittoria finale. L’importanza di Napoli-Milan, più che nella tradizione e nei precedenti, risiede nel messaggio che gli azzurri lanceranno al resto del plotone: riprendere ideologicamente la vetta dopo un turno significherebbe sfruttare l’unico passo falso della Juventus e riproporre una candidatura verso il titolo meritata quanto necessaria a questo punto del cammino, oltre ad allontanare un eventuale assalto di Fiorentina, Roma ed Inter.
Dopo due sconfitte sarà la reazione in campo a qualificare ed attestare valore e velleità del gruppo, che cerca la prova del nove ultima per affermarsi come assoluta protagonista di questo campionato e proverà a scacciare gli avvoltoi che iniziano a volteggiare attorno alla presunta carcassa del Napoli. Una vittoria che vale molto più di tre punti, anche per tornare a cantare tutti assieme, da primi della classe.
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