Che l’Italia sotto la gestione Antonio Conte non abbia mai brillato sotto porta è notizia risaputa, dato accertato e confermato dai numeri impietosi che vedono la nazionale dell’ex allenatore juventino cinica ed ermetica, che nella trequarti offensiva non è mai riuscita però ad andare oltre un determinato bottino. Alla vigilia dell’Europeo di Francia 2016, l’amichevole contro la Spagna ha aperto gli occhi al CT riguardo le potenzialità di quella che è stata e potrebbe essere definita la ‘nuova Italia’: giovane, sfrontata e sfacciata, presuntuosa al punto giusto. Insigne-Zaza-Bernardeschi i volti nuovi dell’arsenale d’attacco azzurro, che hanno preso il posto dei titolari e rivoltato come un calzino la sfida contro le Furie Rosse. Motivo di vanto ed orgoglio, soprattutto per il napoletano che, al di là del gol, ha scoperto il vaso difensivo di Pandora di Del Bosque, mettendone a nudo problemi e limiti, rendendo Azpilicueta un docile terzino qualunque.
Motivo per il quale, a quattro giorni di distanza dalla gara di Udine, stasera tocca di nuovo al funambolo di Frattamaggiore, che come sottolinea l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, “vede la porta come mai in questa stagione”. Vero, verissimo. Guai a dire il contrario. Tra assist e gol il fatturato di Insigne è uno dei migliori del campionato, secondo soltanto al marziano argentino che spesso usufruisce delle sue giocate. La rinascita e l’affermazione di Insigne passa dalla fiducia fornitagli da Sarri prima e da Conte poi: inevitabile, perché è impossibile davanti alla necessità di creare gioco e superiorità numerica in attacco fare a meno dell’attaccante italiano che ad oggi, probabilmente, effettua più dribbling di tutti. Conte se ne è accorto e non può più farne a meno: Insigne gioca e guai se non fosse così.
24 anni, soltanto 7 presenze (forse troppo poche) condite da due marcature: ultima quella alla Spagna, impreziosita da lampi e giocate degne dei migliori. Non ci sarà Jorginho, invece, nell’Italia che fronteggerà la Germania di Low: Montolivo e Motta, al momento, partono davanti nelle gerarchie. Motivazione prettamente tattica quella che tenderebbe ad escludere l’utilizzo del regista partenopeo, che però scalpita nell’intento di mettersi in mostra nella ripresa.
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