Quella di stasera al San Siro non sarà soltanto una sfida fondamentale per la stagione di Inter e Napoli: basta spostare lo sguardo un po più in la per notare che stasera andrà in scena l’atto terzo di un incontro/scontro tra due realtà diametralmente opposte, rappresentate in maniera emblematica dalla personalità dei due allenatori. Come riportato da La Gazzetta dello Sport Sarri e Mancini, tralasciando le reciproche offese e il polverone suscitato dopo il match di Coppa Italia, si stimano a vicenda e le uniche cose che tendono ad accomunarli sono il carattere fumantino e, “ovviamente” le espulsioni subite (il tecnico azzurro vince questa particolare e non lodevole sfida per 4-3).
Per il resto i due viaggiano su orizzonti distanti anni luce: “Uno vive in tuta (altrimenti punta sul nero), l’altro ci tiene al look e sa essere chic pure in tuta. Quello va sempre con lo stesso modulo e gli stessi undici, questo ha smontato e rimontato la squadra manco fosse il meccano. Calzona, il vice di Sarri, vendeva caffè. Sylvinho, secondo del Mancio, faceva ricami con Barcellona e Arsenal. Il toscano, che poi ha origini napoletane, scaramanzia compresa, preferisce la lettura ai social network, ama il mare ma non possiede una barca. Lo jesino ha giocato ad altissimi livelli (Maurizio si è fermato ai Dilettanti) e gestito fior di pressioni e di rimonte anche all’estero, l’altro dopo tanta provincia ha commentato il crollo di Udine ammettendo che intorno ai suoi c’è troppa attenzione. Mancio è fumantino, Sarri pure, ma anche fumatore e quando lo allontanano dalla panchina in cui pare una belva in gabbia si consola in tribuna accendendosi una sigaretta col mozzicone della precedente”.
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