Il Napoli stavolta non incide. L’Inter blocca le offensive azzurre e gli azzurri restano a secco. In assoluta controtendenza…

Finisce qui, e male, la lotta Scudetto per il Napoli, che nell’anticipo della trentatreesima giornata di Serie A subisce lo strapotere fisico dell’Inter, incappando nella quinta sconfitta stagionale. Troppo statica la compagine partenopea, troppo più fisici gli avversari, che puniscono senza colpo ferire con Icardi e Brozovic. Tra le tante cose che non hanno funzionato, cenno particolare va fatto sulla prestazione offensiva, ben al di sotto delle medie stagionali.

Attacco sterile. Eppure le premesse dopo la bella e convincente prestazione contro il Verona della scorsa settimana c’erano tutte, certo è che il blasone delle due formazioni non è paragonabile; lo dice in prima battuta la differente posizione in classifica. La rete al 4′ di Icardi ha messo subito in salita la partita per la formazione di Maurizio Sarri, che questa volta non è riuscita a reagire come suo solito. Il pressing asfissiante e le due linee a quattro dell’Inter hanno impedito al Napoli di sciorinare il suo tipico gioco; troppo solo Gabbiadini, impotente di fronte alla prestanza fisica dei colossi nerazzurri Miranda e Murillo. Doveva essere la partita del 23 che invece ha fatto poco per proporsi, ma è stato un problema concernente l’intero reparto. Non fanno meglio di lui infatti Insigne e Callejon, spettatori non paganti della sfida, con il folletto di Frattamaggiore che esce ad inizio ripresa, sostituito da Mertens il quale dà la scossa al momento del suo ingresso in campo, ma poi cala vistosamente alla distanza.

È emblematico che le due occasioni più pericolose siano capitate con due conclusioni dalla distanza: la prima di Marek Hamsik e la seconda di Allan. In entrambe le circostanze è stato bravo l’estremo difensore Handanovic, ma entrambi i tiri non erano sembrati imparabili. La conclusione dalla distanza, che il Napoli utilizza raramente, è stata adottata nella gara di San Siro, ma senza i risultati sperati: in altre occasioni Hamsik e Ghoulam hanno tentato la battuta dalla distanza, ma senza mai impegnare il numero 1 di Mancini. Al minuto 65 l’ultimo acuto del Napoli con Callejon che gira verso la porta, senza impegnare severamente Handanovic. Da quel momento in poi è calato il sipario, ma non ci sono stati applausi.

In controtendenza. Era dallo scorso 13 febbraio, dalla sfida contro la Juventus, che il Napoli non riusciva a trovare la via del gol in campionato; prima ancora dal 13 dicembre, nella sfida casalinga contro la Roma. Insomma, il gol non è certamente un problema. Non è errato affermare inoltre che l’assenza di Higuain si sia fatta sentire, anche per il semplice timore (in senso sportivo, si intenda) che l’argentino riesce ad incutere agli avversari. Il tutto naturalmente proviene dai suoi 30 gol in campionato e dall’esperienza accumulata in tanti anni di carriera a livello europeo e non: qualità che non sono ancora in Manolo Gabbiadini. Il blocco nerazzurro ha dunque imbrigliato la macchina da gol di Sarri, capace di realizzare 66 gol in 33 partite: praticamente 2 gol a partita. Sono numeri abbacinanti, ma quando 32 (contando anche gli assist) di quei 66 li fa un solo giocatore e quel giocatore manca, ci sono ottime probabilità che la macchina non funzioni in maniera continuativa.

Non c’è però tempo per rammaricarsi, martedì arriva il Bologna al San Paolo. C’è bisogno di una specifica revisione alla macchina azzurra, che deve riprendere a marciare veloce. Il primo posto è andato, ma lo striscione del traguardo con la medaglia d’argento sono a poche miglia di distanza; superfluo ricordare che non è arrivato il momento di gettare la spugna.

Francesco Vassura

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