La difesa e la fase difensiva dovevano essere il marchio di fabbrica della gestione Sarri. E, tutto sommato, lo sono stati e ancora lo sono. Quello che manca è quell’ultimo passo in avanti per considerarsi una difesa solida. Troppe piccole distrazioni che durante le gare possono pesare niente o diventare un macigno. Sia chiaro: a cinque giornate dalla fine sembra ‘complicato’ subire 25 goal, arrivando così ai 54 incassati lo scorso anno. Quindi, in ogni caso, il miglioramento c’è stato. Ma per puntare al “coso” bisogna eliminare anche i piccoli errori. C’è bisogno di migliorare singolarmente, così come sembrano esserci margini di miglioramenti per il reparto arretrato. E poi c’è da evidenziare un altro aspetto: quando si subisce goal non è (quasi) mai solo colpa della difesa. Un goal subito nasce sempre da una mancanza dell’intera squadra. D’altronde, quando si ha il pallone siamo tutti attaccanti; quando ce l’hanno gli avversari, siamo tutti difensori.
I MARGINI DI MIGLIORAMENTO DELLA DIFESA – Mister Sarri, soprattutto durante il ritiro a Dimaro, ha fatto il massimo per trovare dei sincronismi difensivi quantomeno accettabili. E i risultati si son visti. Movimenti ripetuti migliaia di volte, fino all’”esasperazione”, in modo da avere risposte immediate ad ogni situazione difensiva. Cos’è la partita se non 90’ di situazione di gioco? Altro miglioramento si è avuto nei singoli: in particolare con Koulibaly e Albiol, due che nell’era Benitez si erano un po’ persi. Ma, dopo quei miglioramenti costanti durante l’intera stagione, negli ultimi tempi sembrano aver perso di nuovo un po’ di smalto. Il centrale senegalese sembra essere tornato ai vecchi errori: uscite su diretti avversari anche a 35-40 metri dalla porta; qualche intervento duro da dietro; qualche disattenzione nell’impostazione palla al piede. Lo spagnolo, invece, pur non commettendo errori clamorosi, sembra non avere più quella capacità di dirigere l’intero reparto e, perché no, fare anche da tutor di Koulibaly e andare a tappare i buchi lasciati da quest’ultimo. Il calo è fisiologico, ma ai singoli tocca ritrovare di nuovo la serenità e i sincronismi giusti.
LE COLPE DELLA SQUADRA – Come detto, quando si subisce goal la colpa è dell’intera squadra (oltre alla bravura degli avversari). E se in quattordici gare del girone di ritorno subisci quattordici goal qualcosa che non va nella fase difensiva in generale ci deve pur essere. Cosa resta di quel Napoli che a Milano contro il Milan pressa così alto i rossoneri da costringere il povero Zapata a regalare palla ad Hamsik? Manca, forse, qualche ricambio per far respirare i vari Allan, Hamsik, Insigne, Callejon. Manca, forse, un po’ di quella cattiveria iniziale fatta anche di voglia di dimostrare. Sicuramente c’è anche una maggiore consapevolezza da parte degli avversari di quelle che sono le armi degli azzurri. E l’Inter sembra aver messo in risalto qualche difettuccio di troppo, tipo una difesa altissima che qualche volta fatica a scappare. Ma se il resto della squadra riuscisse ad attuare il giusto pressing, il lancio di Medel per Icardi non dovrebbe materializzarsi. Il lancio di Kuzmanovic per Widmer (che portò poi al calcio di rigore) non dovrebbe materializzarsi. Il lancio di Khedira per lo stacco di Alex Sandro su Callejon e Hysaj con conseguente 1contro1 di Zaza contro Koulibaly non dovrebbe materializzarsi. E allora, così come per la difesa, anche per l’intera fase difensiva azzurra c’è bisogno di ritornare alla cattiveria dei primi mesi.
Maurizio Sarri tutto questo lo sa, e se nel corso delle ultime settimane ha dedicato più sedute ad allenamenti specifici per la difesa è perché ha captato che qualcosa non va, al di là dei goal presi. Ha intuito che qualche sincronismo, col passare del tempo, stava scemando. Lo sa che per puntare al “coso” bisogna avere una difesa solida. Una difesa che sia ancora una volta marchio di fabbrica di Sarri.
Nappo Salvatore
RIPRODUZIONE RISERVATA