Il calo più degli episodi: Napoli, è tempo di guardarsi allo specchio

Un dato su tutti: quattro vittorie nelle ultime nove. E allora, più del solito discorso sugli episodi – per quanto dolorosi, sia chiaro -, sembra sia maturato soprattutto il tempo di farsi qualche domanda: dov’è finito il vero Napoli? Ma soprattutto: possibile che l’ansia e la pressione l’abbiano divorato pian piano? Sarebbe stata una bella questione da porre a mister Sarri, questa. A mo’ di patata bollente, a mo’ di dubbio che pervade e continuerà a farlo. No, non avrà risposta. O almeno, non ne avrà una diretta.

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I NUMERI – Eppure, proviamoci. C’erano una volta, otto trionfi di fila da ben venticinque gol fatti. Tanti, tantissimi. E poi quel gioco, meraviglioso, a tratti irraggiungibile per chiunque. Tutto girava alla perfezione, poi il blocco: prima mentale, quindi fisico. Tutta colpa di… Zaza? No, o meglio: non solo. Perché può capitare un colpo gobbo: il problema è che poi non c’è stata reazione, un po’ come in questa notte stregata del Meazza. Non una risposta vera, cruda, nuda, sentita. Ma due pari con Milan e Fiorentina, in parte ‘nascosti’ dalle vittorie consecutive con Chievo, Palermo e Genoa. Finché Udine, la rabbia del Pipita, l’altro bianconero che va di traverso. L’immagine più dolorosa di una stagione col sapore di riscatto bruciata sul più bello. Con quattordici punti presi sui ventisette disponibili, con una Juve che non sa fermarsi, con una Roma purtroppo in preda a crisi di puro equilibrio. E con una difesa che, da Torino in poi, ha subito almeno un gol a partita.

ORA LA RISPOSTA – Anche contro l’Inter, l’impatto è stato devastante: oltre il semplice episodio, è ormai il quarto appuntamento partito con un approccio totalmente sbagliato. Pronti, via, gol. È già successo, forse già troppe volte. La vera differenza? Nelle altre occasioni ci ha pensato il Pipita: stavolta, la musica è stata ben diversa. E conteneva le urla di sessantamila tifosi, le luci di San Siro, l’ennesima partita maledetta dal punto di vista arbitrale. Insomma: il contorno non ha aiutato. Ma la sostanza, o almeno quel che resta dello spumeggiante Napoli di metà stagione, non c’è stata. A cinque gare dal termine, un calo così clamoroso diventa ora preoccupante. Senza pensare alla Roma, ma solo a se stessi: si prenda uno specchio e si analizzi la situazione. Come uscirne? Sì, sarebbe stata una bella questione da porre a mister Sarri. Peccato.

Cristiano Corbo

 

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