C’è ancora da attendere, esattamente due giorni, prima di poter vedere in campo allo stadio Olimpico Roma e Napoli, ma l’atmosfera si preannuncia caldissima. Tra queste due squadre usciranno le ultime due partecipanti alla prossima Champions League, ma c’è differenza tra la partecipazione diretta e quella tramite playoff.
Stamane Il Corriere dello Sport analizza proprio questo aspetto. Nella delicata sfida di lunedì 25 chi dovesse spuntarla porterebbe a casa una differenza di ben 10 milioni di euro; chi perde invece non solo non incassa questa cifra, ma va anche a rischio playoff, senza tralasciare che c’è anche la possibilità di non superarlo. Se ciò accadesse si retrocede in Europa League. Il che non è privo di conseguenze: in primo luogo bisognerebbe anticipare il ritiro e soprattutto si perde appeal sul mercato. Il Napoli c’è già passato e non vorrà ripetere questo errore.
Ricavi variabili. In Champions – sottolinea il quotidiano – le squadre guadagnano giocando le partite e dividendosi la torta del mercato commerciale, che in Italia vale 100 milioni, distribuito in base a quel che è il piazzamento in campionato. La situazione cambia a seconda che le porzioni vadano fatte per due oppure per tre. Se la terza classificata supera i playoff la seconda incassa 17,5 milioni e la terza 7,5, con la differenza dei 10 milioni di cui sopra. Se invece la terza non supera i playoff la parte fissa viene divisa dalle prime due squadre, con un congruo aumento per la seconda.
Ricavi fissi. La semplice partecipazione alla Champions porta 12 milioni per 6 partite. Inoltre ci sono i bonus: 1,5 milioni a vittoria e 0,9 milioni a pareggio. Ci sono 5,5 milioni di euro per l’accesso agli ottavi, 6 per i quarti, 7 per le semifinali, 10,5 per la finalista e 15 per la vincitrice del torneo.
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