A Roma ci credono: il secondo posto è lì, la sfida è lanciata, la partita è ancora aperta. Si, perché domani all’Olimpico buona parte della stagione di giallorossi e azzurri sarà decisa ma il Napoli arriva a Roma con due risultati su tre, indubbiamente avvantaggiato anche da un pareggio, se proprio si volesse azzardare un pronostico. Nella Capitale, dicevamo, ci credono e per tante, buone ragioni. La rinascita giallorossa, iniziata dopo l’addio di Rudi Garcia che aveva ormai portato Totti e compagni al naufragio, per la seconda stagione consecutiva, ha visto una squadra uscire dal limbo della classifica in cui era caduta e salire fino al terzo posto, a soli cinque punti dagli azzurri: dopodomani mancheranno solo tre partite, crederci è il minimo.
Oltretutto a Roma, in questi mesi, è scoppiato il caso Totti: Francesco, ormai prossimo alle quaranta primavere, non rientrerebbe più nei piani della società e, nonostante lui voglia continuare a giocare con i colori che da più di vent’anni difende, Spalletti e Pallotta sembrerebbero avere altre intenzioni. Condizionale d’obbligo, in questo caso, perché il Pupone non è morto e nelle ultime settimane ha risollevato la Roma, prima con l’Atalanta, poi contro il Torino, dove in due minuti ha ribaltato una partita che sembrava compromessa. Effetto Totti, dunque, gridano da Roma. Sull’onda dell’entusiasmo, i fedeli di Francesco Totti vedono in lui il possibile talismano per fermare il Napoli. Ma non hanno fatto i conti, forse, con un fattore: l’effetto Gonzalo Higuain, al ritorno dalla squalifica.
Il leone è uscito dalla gabbia ed è pronto a riprendere la caccia. Higuain tornerà a guidare l’attacco con fame e determinazione. Per più di un motivo, il Pipita, può essere decisivo, come suo solito, nella sfida dell’Olimpico.
SCARPA D’ORO – L’amarezza, per la squalifica, sta soprattutto in questo: con lo stop, è stato praticamente impedito ad Higuain di continuare la rincorsa alla Scarpa d’Oro, in primis. È vero che Ronaldo e Jonas hanno segnato una sola rete ma un certo Luis Suarez si permette il lusso di segnare, in media, quattro gol a partita ed è oggi lui a guidare la classifica per il prestigioso riconoscimento: sono trentaquattro, ad oggi, le reti del Pistolero che, siamo pronti a scommettere, non ha intenzione di fermarsi. Higuain però, allo stesso tempo, non vuole stare lì a guardare: determinazione e agonismo sono dalla sua, Gonzalo ci deve provare e sicuramente sarà così. In un campionato che non fa sconti, dove l’ultima in classifica può essere insidiosa come le prime della classe, Higuain ha superato se stesso.
RECORD – Nonostante tutto Higuain ha quattro partite per riprendere a correre anche in vista delle trentacinque reti in Serie A, record che ancora oggi appartiene a Gunnar Nordahl. Higuain si è superato: il calcio di oggi non è minimamente paragonabile a quello degli anni cinquanta ma, nonostante ciò, ottenere un risultato così grande sarebbe comunque un grande stimolo. Nessuno, nell’età moderna, ha segnato più di trenta gol, eccetto uno: Higuain può superare Toni, fermo a trentuno reti nel 2005/2006; ha già superato Cavani che col Napoli, nel 2012/2013 ne fece ventinove. La certezza è una: la voglia di tornare al gol subito, magari con uno dei suoi, come ha abituato tutti. Potete giurarci: il Pipita non guarderà altro che la porta del povero Szczęsny.
NOTTI CHAMPIONS – Dall’Olimpico passa il 99% delle possibilità di andare, direttamente e senza preliminari, in Champions League. Emozioni uniche quelle della Coppa dei Campioni, soprattutto in una città come Napoli, che sogna di rivivere serate memorabili. Serate che, peraltro, il Pipita ricorda benissimo: il grido sulle note dell’inno della competizione, il boato per ogni gol e quelle lacrime dopo il 2-0 contro l’Arsenal, le prime dell’Higuain napoletano, quelle della scintilla che fece partire una storia d’amore che continua ancora oggi. Un campione come lui non può restare un altro anno fuori dalla grande Europa e questo è un ulteriore stimolo per asfaltare la Roma e imporre, nuovamente, la legge del Pipita che è, allo stesso tempo ed incontestabilmente, la legge del Napoli.
RABBIA E CATTIVERIA – Calcisticamente parlando, si intende, è logico aspettarsi un Higuain concentrato, calmo, quieto, prima della tempesta. Non è stato facile guardare i compagni dalla tribuna, così come non è stato facile digerire un boccone amaro come quello di Udine ed un altro ancor più pesante come quello di Milano. Chissà cosa avrebbe voluto fare Gonzalo, chissà cosa poi avrebbe realmente potuto fare. Con i condizionali non si vincono le partite ma i dubbi sono sempre leciti. All’Olimpico tornerà sul suo terreno di gioco, su quel campo che lo ha eletto miglior centravanti di ruolo del mondo. In attesa di quelle notti Champions, in attesa di altri successi, in attesa di una altra stagione per interrompere il monopolio Juve. Si, perché presto si parlerà anche di futuro ed è sempre più probabile che il domani del Pipita sia ancora azzurro.