Allo Stadio Olimpico di Roma il Napoli ha collezionato la terza sconfitta consecutiva in trasferta: che gli uomini di Sarri ormai non riescano più ad esprimere al di fuori del San Paolo il bel gioco che li ha contraddistinti per un’intera stagione è un dato di fatto. Si dovrà lavorare molto per far fronte a questa difficoltà, soprattutto se si vuole ragionare in ottica Champions League dove un problema come quello che sta vivendo l’undici azzurro potrebbe fare la differenza.
Che fosse un match importantissimo era risaputo e quello che si voleva scongiurare era proprio quello che in realtà è accaduto: un ulteriore avvicinamento dei giallorossi ad un secondo posto che, a tutti gli effetti, il Napoli aveva in pugno. Da oggi in poi, per quanto riguarda le ultime tre partite stagionali, sarà vietato sbagliare.
Molto simile alla trasferta allo Juventus Stadium quella di ieri: il Napoli gioca, crea occasioni, tira nello specchio della porta di Szczesny svariate volte, difende e ruba palloni, eppure non riesce ad evitare il gol quando ormai manca pochissimo al fischio finale. Se il gol di Zaza in quel di Torino arrivò all’88’, questa volta quello di Radja Nainggolan arriva addirittura all’89’.
Ingiusto e non veritiero parlare solo di sfortuna. Un dubbio sorge nella mente di molti: è stato il cambio di Allan a decidere il match? Il brasiliano ha infatti disputato un ottimo match, soprattutto nei contrasti (molto fisici) con lo stesso Nainggolan, da cui l’azzurro è sicuramente uscito a testa alta. Poi quel cambio al 79’: esce Allan, entra David Lopez. Lo spagnolo ci mette del suo, tuttavia non sempre è precisissimo e non riesce ad eguagliare la prestazione del titolare di Sarri. Può dunque essere considerato solo un caso se dieci minuti dopo arriva il gol di Nainggolan? La panchina ‘corta’ è, dall’inizio della stagione, uno dei problemi più evidenti del Napoli, ma in questo caso probabilmente il cambio di Allan è avvenuto troppo, troppo presto.
A nulla serve la sostituzione di Jorginho per Gabbiadini, che arriva addirittura al 90’. Il talento del fuoriclasse bergamasco non è certamente oggetto di discussione, tuttavia poco avrebbe potuto fare in una situazione del genere: solo tre i minuti di recupero a disposizione per cercare di raddrizzare una partita che gli azzurri non meritavano assolutamente di perdere.
Se il Napoli si trova secondo in classifica, se il campionato ha preso una svolta che nessuno avrebbe mai immaginato a fine agosto, il merito è tutto di Maurizio Sarri. Condannarlo è ingiusto, eppure bisogna fare tesoro di quanto successo oggi in vista delle ultime tre, importantissime sfide: il secondo posto è ancora nelle mani azzurre ed è da difendere con le unghie e con i denti.