Questione di scelte, questione di istinto quando ad un bivio prendi una strada che potrebbe essere quella giusta. Che sarà sbagliata, azzardata lo si capirà solo con il tempo ma fa parte del gioco, quello del calcio e soprattutto delle logiche di mercato. Lo sa bene Gokhan Inler che in estate ha lasciato il Napoli in costruzione della nuova era Sarri, per approdare al Leicester, allora una piccola realtà della Premier senza troppe pretese.
Adesso, l’ex numero 88 azzurro si ritrova quasi con uno scudetto in tasca senza aver mai giocato. Il fine giustifica i mezzi, è vero, ma non nell’anno degli Europei, non quando sei una delle colonne della Nazionale svizzera. Almeno fino all’approdo in Inghilterra. Come riporta oggi il Corriere dello Sport, quello del centrocampista centrale è un vero e proprio caso: l’ultima partita disputata risale al 29 dicembre 2015 quando al 67′ subentra al posto di Ulloa. Da allora tantissime panchine, tribuna e poche apparizioni persino con l’Under 21 del club. Ma la notizia peggiore arriva, come sospettato, proprio dalla Nazionale: il ct Petkovic non gli dà più spazio tra i titolari, mettendo in discussione anche gli Europei del 2016.
Molto sereno Claudio Ranieri, che lo ha fortemente voluto in estate e sul quale puntava tantissimo, riconoscendone il momento in salita. “Per Inler è stato davvero difficile non giocare quest’anno ma ha compreso al meglio le nostre esigenze ed è stato felice di far parte di un progetto particolare e splendido come il nostro – dichiara il tecnico al Telegraph- . Resta sicuramente un esempio per il resto della squadra, nello spogliatoio ha una grande influenza, è tra i primi ad allenarsi e gli ultimi ad andare via. Vero, non è più titolare con la Svizzera ma è pronto per giocare gli Europei 2016″.
Molto più amareggiato il giocatore, come confida ad un portale elvetico: “Ero capitano della Svizzera e mi fa stare male esser messo da parte, soprattutto se penso che tra poco inizieranno gli Europei. Quando sono venuto in Inghilterra volevo vincere una sfida: ho ottenuto quello che volevo ma spero che il prezzo da pagare non sia troppo alto”. Ai posteri l’ardua sentenza: intanto, c’è uno scudetto – quasi – da festeggiare…