Napoli e Roma sono ufficialmente in Champions da domenica con due giornate di anticipo dalla fine del campionato. La sconfitta dell’Inter con la Lazio, infatti, ha tagliato definitivamente i nerazzurri dalla corsa.
Resta da stabilire, però, chi approderà direttamente ai gironi e quale squadra invece dovrà fare i conti con il fastidioso ostacolo chiamato “play off”. In sostanza il terzo turno preliminare della massima competizione europea. Una differenza da non poco, vista la recente eliminazione degli azzurri – agosto 2014 con il Bilbao – proprio dopo quest’obbligato “purgatorio europeo”.
La vittoria di ieri dei giallorossi contro il Genoa, arrivata proprio in extremis, tiene ancora tutto in ballo. La Roma spera nel sorpasso finale ai danni del Napoli ed il Genoa fa i conti in tasca. Sì, perché proprio il club ligure potrebbe trarre vantaggio da un eventuale approdo in Champions dei giallorossi.
Come? Con un particolare bonus inserito nel contratto di Perotti. L’argentino, in rossoblu fino a gennaio, è stato acquistato dalla squadra capitolina nella sessione invernale del mercato: 3 milioni per il prestito, 6 a giugno per il riscatto obbligatorio ed appunto alcuni bonus (si parla di una cifra intorno ai due milioni) legati al piazzamento della Roma in campionato, e nello specifico alla qualificazione diretta alla blasonata competizione.
Nessuna accusa, sia chiaro. Il Genoa ieri ha dato l’anima in campo e fino all’ultimo ha rischiato seriamente di vincere contro una delle squadre più forti della Serie A. E se pensiamo che dall’arrivo di Spalletti i suoi uomini hanno perso soltanto contro la Juve, capiamo la valenza della quasi impresa di Gasp&Co. Solo l’estro di un immortale Totti – sempre più amuleto dei giallorossi nelle ultime gare – ha ribaltato le carte in tavola.
È la questione dei bonus che preoccupa. Che sia la Roma, il Napoli, la Juventus o il Frosinone, per fare qualche nome, poco importa. Una riflessione generica e non legata al singolo caso. Una critica, più che altro, al sistema calcio. Non è pericoloso inserire una tale clausola che, a fine campionato, con molte squadre che hanno già raggiunto i propri obiettivi, potrebbe fruttare guadagni (in)diretti? Non si rischia di creare inutili imbarazzi? Inutili sospetti? Non si mette in dubbio la professionalità dei club, però – come diceva un signore, dalla dubbia moralità, ma di sicuro assai scaltro – a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina…”.
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