Il Napoli è qualcosa di molto interessante e vero, non solo a Cesena ma pure in casa di una squadra che appartiene a uno sceicco, il quale ha speso quasi mezzo miliardo di euro in tre anni per portare il City fin quassù. Invece il Napoli è tornato in Coppa dei Campioni (ok, ora si dice Champions) dopo 21 anni passando da Gela, dalla serie C all’Europa più grande. E senza tremare. Il Manchester City è una collezione di campioni, il Napoli invece colleziona emozioni: meglio. Un gol, una traversa, un salvataggio sulla linea da parte dei citizen, questa la sintesi di un mezzo capolavoro che poteva essere intero, se l’ex laziale Kolarov non avesse pareggiato nel finale su punizione. Poi, certo, il pareggio è giusto, perché il City ha centrato due traverse e non ha rubato nulla.
Esce alla grande, il Napoli, non solo dalla sfida ma dal debutto nel girone terribile, quello con Bayern e Villareal. Dopo il sorteggio, sembrava non ci fosse scampo per la squadra di Mazzarri, che viceversa si ritrova adesso davanti agli spagnoli sconfitti in casa dai tedeschi (0-2), e insieme al vecchio Mancini. Tutto apertissimo, con molto più coraggio, però. Il campo ha dimostrato che il Napoli si giocherà la qualificazione fino all’ultimo secondo.
La gara dell’Etihad Stadium ha fatto soffrire i napoletani solo per una ventina di minuti, logico tributo all’emozione. Ma la traversa di Lavezzi al 18′ ha dato la spinta emotiva giusta, e da quel momento gli inglesi sono stati
più guardinghi. Il City si compiace assai della palla e dei suoi tocchi di fino, il Napoli è più concreto. E il gol di Cavani, dopo l’uscita per infortunio di Lavezzi, diventa un epilogo giusto, così come il pareggio di Kolarov dentro una serata che non ha risparmiato brividi a nessuno. Calcio davvero di alto livello, all’altezza di Barcellona-Milan di martedì. Ora c’è un solo parente povero, nella compagnia delle italiane d’Europa. E non è certo il Napoli. Si chiama Inter, invece, una comica più che una squadra.
Maurizio Crosetti
Fonte: La Repubblica