Montella non si nasconde: “ADL mi stima, ma non ho avuto contatti. Napoli? Ha vinto anche arrivando secondo”

L’allenatore della Sampdoria, Vincenzo Montella, ha ricevuto il premio Football Leader 2016 al centro commerciale “La Cartiera” di Pompei, dove ha rilasciato anche delle interessanti dichiarazioni:

Da Castello di Cisterna sono partiti tanti talenti, la Campania è una terra ricca sotto questo aspetto: prima dì giocava per strada e si affinava la tecnica. Sono andato via a tredici anni per inseguire un sogno, Empoli era eccellenza per un giovane calciatore e lo è ancora oggi.

Rimpianto per non aver avuto successo qui? Non è dipeso da me, spero un giorno… ho una carriera davanti, chissà che un giorno non si realizzi il mio sogno. Quando ho deciso dì diventare allenatore? Appena ho smesso, ho iniziato con i ragazzini per capire se avevo voglia di farlo e con il passar dei giorni ho capito che questa era la strada. Subentrare in corsa non è facile. Le esperienze più difficili sono quelle più formative, è stata una stagione fondamentale per me, a prescindere ora se incomincerò il campionato.

Montella giocatore lo vorrei in squadra? Ci sono stati calciatori di gran lunga migliori di me. Ma sarebbe un errore ragionare ancora con la mente del calciatore, anche se a volte mi viene un pizzico di malinconia. Se c’è stato un momento in cui sono stato vicino al Napoli? Diciamo che sono stato molto chiacchierato per quanto riguarda il Napoli, ma contatti concreti non ci sono stati. So che De Laurentiis mi stima e questo mi fa piacere ma la cosa finisce qui.

CT? A prescindere da età uno deve sentire vocazione e deve sentirsi realizzato. È molto più semplice mettere d’accordo giocatori che parlano la stessa lingua e hanno stessa cultura: la squadra di club è più difficile da allenare. Io CT? Non lo so, a me piace allenare, sarebbe un sogno.

Se conosco Carlo Verdone? L’ho visto solo in occasione dello scudetto della Roma. Un allenatore deve cercare di migliorare i calciatori e mettersi a loro disposizione, seguendo una strategia. Non vince un modello di gioco, ma il modello di gioco e molto spesso le squadre non lo hanno. Cambiare tattica durante la partita? Per avere un vantaggio nel tempo i calciatori devono sapere sempre cosa fare con un’identità.

Cosa mi ha spinto a rinnovare con la Samp? Io ho un contratto già firmato a novembre, mi piace lavorare e amo le sfide che sono il sale di questo mestiere. Obiettivi Samp? Deve rispondere la società, io parto con entusiasmo e voglia di iniziare in maniera diversa da come abbiamo finito. Il Napoli? Se non si arriva primo non significa che è mancato qualcosa. A volte anche chi arriva secondo vince anche se sembra paradossale“.

montella 2Dai nostri inviati: Antonio Manzo e Vincenzo Balzano.

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