É stata una conferenza fiume quella che oggi Aurelio De Laurentiis ha tenuto nel Teatro di Dimaro, un’ora circa di confronto con i giornalisti presenti per provare a spiegare cosa sta succedendo in un momento storico che, per il club partenopeo, potrebbe essere felicissimo, e che invece si trova a dover fare i conti con un malumore che serpeggia in maniera sempre più preoccupante tra i tifosi azzurri.
Il produttore cinematografico non ha chiarito fino in fondo alcune dinamiche relative alla situazione Higuain, su altre invece (mercato in entrata) è stato – giustamente – criptico; eppure, volendo un attimo elevarsi dalle mere questioni affrontate, ci sono due passaggi fondamentali che in queste ore stanno facendo riflettere i sostenitori del Napoli.
Il primo: “Siamo già arrivati secondi anche senza Higuain”. Una verità incontrovertibile: stagione 2013-2014, la squadra allenata da Walter Mazzarri raggiunge il piazzamento d’onore alle spalle – guarda un po’ – della Juventus. Quel Napoli, privo di Lavezzi (venduto al Psg) poteva comunque contare su un grandioso Cavani e su un’intelaiatura di gioco che il tecnico toscano aveva costruito nel corso degli anni. Due secondi posti dunque, una volta con Cavani, l’altra con Higuain; ed è possibile, diciamo anche probabile, che la storia possa ripetersi anche con chi – eventualmente – si ritroverà a dover raccogliere l’eredità dell’attaccante argentino. Ma il punto è un altro: è il secondo posto dunque il massimo risultato cui può ambire il Napoli?
[fbvideo link=”https://www.facebook.com/SpazioNapoliPage/videos/vb.220643278010550/1153821374692731/?type=2&theater” width=”500″ height=”400″ onlyvideo=”1″]
Dalle parole di De Laurentiis sembrerebbe di sì: avrebbe potuto dire “cercheremo di arrivare primi anche senza Higuain”, invece si è focalizzato proprio sul secondo posto. Un gradino che il Napoli, per il fatturato che ha, non è in grado di lasciarsi alle spalle. La domanda che sorge allora è la seguente: sta lavorando per provare, negli anni a venire, a colmare questo gap? E se sì, in quale modo? Solo puntando di anno in anno ad arrivare in Champions League e godere quindi dei suoi benefici economici? Oppure provando a diventare indipendenti da quest’aspetto, allargando l’organigramma societario, costruendo le strutture e investendo nel settore giovanile?
Il secondo: “La forza di un imprenditore sarebbe nel trattenere Higuain e prendere un altro come lui”. E qui è il condizionale a tradire il Presidente: perché il Napoli non lo fa? Semplice: non ne ha le capacità economiche. E si torna quindi al punto precedente. Allo stato attuale delle cose, il club può permettersi di avere in squadra un solo top player del valore di Higuain. Pagare lo stesso ingaggio ad altri calciatori non è minimamente ipotizzabile.
Una dichiarazione di resa quindi? Niente affatto. Più che altro una presa di coscienza: il Napoli, così com’è strutturato, è arrivato al suo massimo rendimento. Sforzare la macchina significherebbe spingerla fuori strada. Ora toccherà a De Laurentiis trovare il modo di superare questo gradino e assestarsi, concretamente e definitivamente, nell’élite del calcio italiano.
Vincenzo Balzano
Twitter: @VinBalzano