Se ti ritrovi a sostituire un attaccante da 36 goal in campionato, magari un po’ di pressione la puoi avvertire. E invece, Arkadiusz Milik non si lascia intimorire da tutto ciò. Gioca con classe ma, allo stesso tempo, con semplicità. Un modo di approcciare alla gara tipica dei grandi calciatori: calma e sangue freddo.
I primi minuti gli servono per carburare, per trovare la posizione in campo e per far partire la scintilla con Mertens e Callejon. Ed è soprattutto con il primo che Milik sembra avere il feeling perfetto. I due insieme mettono in crisi l’intera retroguardia rossonera con combinazioni, assist ricambiati in modo volontario e non.
Le due reti dell’ex attaccante dell’Ajax sono la sintesi del bomber perfetto: il primo di astuzia e fortuna; il secondo di prepotenza e di classe. Una goduria per gli occhi in entrambi i casi, perché se nel secondo c’è tutta la qualità del calciatore, nel primo c’è l’istinto killer. Una goduria per i tifosi, ma anche per Sarri: Milik non è più o meno forte di Higuain: è totalmente diverso.
L’esordio è, dunque, da brividi in un San Paolo non propriamente tirato a lucido. A lui basta così, bastano quei pochi per emozionarsi e per iniziare a scrivere una nuova storia.
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