L’estate travagliata di Manolo Gabbiadini: confusione, dubbi e malumori. E ora c’è un rischio da non sottovalutare…

Nell’estate travagliata del Napoli occupa uno spazio a sé la vicenda Gabbiadini. Giocatore sempre apprezzato da piazza e società, che dopo un inizio strabiliante nel 4-2-3-1 di Benitez, ha trovato qualche difficoltà in più con Maurizio Sarri.

Schierato da centravanti puro e non da ala, la figura ingombrante di Gonzalo Higuain, nella scorsa stagione, non l’ha certamente aiutato, ma Manolo si è fatto trovare sempre pronto ogni volta che è stato chiamato in causa dal tecnico azzurro: nove reti in 30 presenze (molti spezzoni di gara) tra campionato e coppe e buone prestazioni in Europa League.

Dopo la cessione del Pipita, però, le cose non sono cambiate. L’equivoco tattico nel 4-3-3 di Sarri, che cerca una punta con diversi movimenti – dialogo con la squadra e possibilità di giocare spalle alla porta – e le continue sirene sul mercato, hanno sempre messo in discussione l’attaccante di Calcinate, apparso distratto, ma soprattutto a disagio in quest’ultimo periodo.

Le dichiarazioni nelle scorse settimane dell’agente Silvio Pagliari (“Rimarrà a Napoli, vuole diventare l’erede di Higuain”) e il poker nell’amichevole contro il Monaco, sembravano aver messo la parola fine ad una telenovela estenuante, ma la società partenopea continua a offrire l’attaccante ad altri club – prima la Fiorentina nell’affare Kalinic, poi l’Everton – e a cercare un sostituto. Il commento di Sarri nel post gara con il Milan (“Gli consiglierei di rimanere da noi solo se è fortemente convinto”) la dice lunga su una situazione ancora troppo in bilico e l’exploit di Arek Milik in seguito alla prestazione negativa di Gabbiadini con il Pescara completano un quadro, al momento, non certamente esaltante.

gabbiadini

Dopo aver incassato il rifiuto dalla viola per l’attaccante croato e le difficoltà riscontrate per acquistare Leonardo Pavoletti, il rischio è dietro l’angolo: trattenere in rosa un giocatore forte, ma fragile e sfiduciato dai continui dubbi sul suo impiego. Ora il Napoli e Gabbiadini devono fare chiarezza per il bene di entrambi, senza trovare soluzioni ibride. Trenta ore per ricucire lo strappo o dirsi addio.

Andrea Gagliotti

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