Sono solo cinque le partite ufficiali giocate finora tra campionato e Champions League: troppo presto per fare un bilancio completo di quello che è, o meglio potrà essere, il Napoli da qui a maggio. Lo stesso primato in classifica – sia in Italia che in Europa – è un dato assolutamente parziale e che – ha ragione Sarri – fa sorridere se lo si tiene troppo in considerazione.
Eppure queste cinque partite hanno dato un segnale importante, che è conseguente purtroppo ad una certa distrazione difensiva che il Napoli si porta ancora dietro. Da Pescara al Bologna, passando per il Milan, da Palermo a Kiev, solo in terra siciliana gli azzurri sono riusciti a mantenere la porta inviolata. E questo è un difetto che il tecnico deve assolutamente correggere se si vuole provare sul serio almeno a disturbare la Juventus. Questo problema però, paradossalmente, ha messo in luce una qualità che in precedenza era difficile da riscontrare nella squadra partenopea.
Escludendo Palermo quindi, il Napoli ha sempre subito gol. Ma è sempre riuscito a reagire: a Pescara, dopo un bruttissimo primo tempo chiuso sul 2-0, è riuscito a pareggiare la partita e avrebbe potuto vincerla se fosse stato assegnato il rigore a Zielinski. Contro il Milan, sul 2-0 a favore, gli azzurri si fanno rimontare fino al pari rossonero, ma non si danno per vinti e riescono a battere la squadra di Montella. A Kiev vanno sotto su una clamorosa disattenzione difensiva, riportano palla a centrocampo e in un quarto d’ora chiudono la pratica. Con il Bologna, dopo un ottimo primo tempo che si chiude però solo sull’1-0, il pareggio felsineo arriva in un momento difficle del match; entra Milik e il Napoli vince ancora. Insomma, la squadra ha dimostrato, finora, di sapersi opporre agli schiaffi ricevuti, di avere quella “garra”, come la chiamano gli spagnoli, che in certi momenti della partita può risultare decisiva quanto e forse più della tecnica e di tutti i principi tattici. E questa è sicuramente una buona notizia.
Vincenzo Balzano
Twitter: @VinBalzano