Maurizio Sarri ha rilasciato delle dichiarazioni, commentando Genoa-Napoli:
PREMIUM – “Sapevamo sarebbe stata una partita difficile, ma stiamo bene e stiamo crescendo ancora. Gli errori arbitrali ci hanno penalizzato. La voglia di vincere nel finale ha poi fatto allungare troppo la squadra ma giudico alta la qualità del nostro match. La partita è stata bella e godibile, esteticamente, qualche errore ci ha penalizzato, mi dispiace che debba essere io a dire certe cose: in una trasferta abbiamo visto una cosa inusitata, un rigore dato e poi tolto (si riferisce a Pescara-Napoli, n.d.r). Possono sbagliare tutti, ma se sbaglia un allenatore generalmente perde il lavoro. C’erano due rigori, uno per fallo di mano netto, poi su Milik. Manca l’espulsione su fallo su Callejon a limite dell’area. Chiederò al presidente di intervenire, la società deve dire qualcosa, poi sono decisioni che spettano a lui. Noi abbiamo voglia di fare bene, non abbiamo però obblighi: solo quello di arrivare quinti per il nostro monte ingaggi. Se facciamo di più è merito di tutti: non possiamo pensare di essere gli antagonisti della Juve, sennò ci bruciamo per il cinquanta percento. Stiamo facendo il nostro percorso, lo stiamo facendo bene. Per ottantacinque minuti abbiamo fatto bene. Non tiriamo fuori storie di primi in classifica e roba varia, non sono verità come molti vogliono far credere”.
SKY – “Abbiamo fatto la partita per 85 minuti, nel finale abbiamo pagato le tante partite consecutive, oltre alla squadra che si è allungata perché voleva vincere a tutti costi, concedendo così ripartenze facili. Abbiamo fatto bene contro una squadra in condizione, che crea match di grande intensità e fisicità. Ma va bene così, abbiamo creato tanto e siamo stati sfortunati in alcuni episodi. Mi spiace che a parlare sia soltanto io, vorrei che lo facesse anche qualche dirigente perché in due trasferte abbiamo visto diversi episodi che fanno discutere. Dalla panchina sembravano due rigori netti, Ocampos abbraccia la palla e non possiamo parlare di involontarietà. Anche quello su Milik mi sembrava netto, forse c’era anche l’espulsione. C’è stato un altro episodio al limite dell’area su cui potremmo discutere, ci sarebbe potuto essere anche il rosso. Comunque lasciamo perdere, vorrei che ne parlasse anche la società perché sono episodi che non mi competono. Jorginho fermato? Loro lo fanno sistematicamente, utilizzano un attaccante con compiti difensivi oppure un centrocampista meno offensivo come Rigoni. Dal punto di vista tattico cambia poco perché creano dieci duelli ad uomo a tutto campo e quando stanno bene lo fanno per tutta la partita. Era una trasferta difficile, poteva venire fuori una partita non adatta al nostro stile di gioco. Abbiamo creato tanto e concesso poco e nel finale la voglia di vincere ci ha fatto sbilanciare concedendo spazi enormi. Ma comunque i cinque minuti finali non mi dovranno condizionare. Figura d’unione tra vertice e squadra? Il vertice non è assente, io con me ho Giuntoli tutti i giorni. Io sono una persona che ci fa poco con le persone istituzionali, non sento la mancanza di un dirigente sportivo o di una qualsiasi altra figura. Il mio punto di riferimento è Giuntoli, ma mi spiace che in certe situazioni sia sempre io a parlare. No so se lui possa, non mi compete. Gli episodi sono palesi, nelle ultime due trasferte abbiamo visto cosa è successo ed è normale che ci sia un minimo di giramento. So che sono decisioni immediate, ma ora vorrei non parlarne più perché mi scoccia lamentarmi”.
RAI – “Abbiamo fatto bene per 85 minuti in una partita difficile, con una squadra che se sta bene fisicamente, fa una partita di grande ritmo, di grande intensità. Abbiamo fatto bene, abbiamo creato, negli ultimi 5 minuti per poterla vincere abbiamo perso anche la testa, concedendo due opportunità in ripartenza, spazi enormi e quindi abbiamo rischiato qualcosa in una partita che per 85 minuti mi ha lasciato tranquillo, sereno. Stiamo cercando di accompagnare di più le caratteristiche degli attaccanti che abbiamo a disposizione quest’anno, sopratutto gli attaccanti centrali. Abbiamo fatto qualche movimento, vogliamo lasciare l’attaccante centrale più isolato rispetto all’anno scorso. Abbiamo sbagliato i primi 30 minuti di Pescara, poi nel secondo tempo abbiamo comandato la partita in lungo e in largo, a Palermo abbiamo comandato per tutta la partita e stasera l’abbiamo comandata per 85 minuti, a differenza delle partite in casa abbiamo più difficoltà a concretizzare questa supremazia che in alcuni momenti della partita è evidente. mi dovete spiegare poi perché noi dobbiamo vincere lo scudetto con il quinto monte stipendi d’Italia.”