“La vita del portiere è così: bisogna essere forti mentalmente perché si può sempre sbagliare”. Parole e musica di un uomo che, di professione, fa proprio il portiere: José Manuel “Pepe” Reina.
RIALZARSI. Non sarà stato facile il post-partita dopo il pur vittorioso match contro il Bologna per il portiere iberico, autore di un intervento di livello contro l’ex Dzemaili ad inizio match, seguito da uno alquanto goffo che aveva letteralmente regalato la marcatura ai Felsinei, cancellando qualsiasi altra possibile valutazione concernente quella partita. Il popolo azzurro però ha sempre dimostrato grande affetto e stima nei confronti di Reina, ampiamente ricambiato quando il numero 25 decise di mollare l’ambiente di Monaco per tornare al caldo sole di Napoli. Il rispetto reciproco e l’amore per la maglia sono da sempre componenti propedeutiche per una permanenza longeva nel cuore del popolo azzurro. Cosa che, inutile negarlo, sta proseguendo per Reina. In un turno infrasettimanale che “condanna” i partenopei a ritornare al secondo posto, complice la vittoria della Juventus contro il malcapitato Cagliari, è proprio l’estremo difensore originario di Madrid a togliere le castagne dal fuoco in più di un’occasione: nella prima frazione di gioco è reattivo sul contro-cross di Laxalt e gestisce con ordine il reparto difensivo. È però nella ripresa che il portiere dà il meglio di sé, contrastando in due occasioni l’estro e la sregolatezza del giovanissimo Simeone, chiamato a sostituire l’infortunato Pavoletti.
LEADERSHIP. Ecco, nonostante qualche partita un po’ in ombra, il controllo della difesa Reina non l’ha mai perduto. E ci mancherebbe altro, verrebbe da dire, visto il suo curriculum. Il portiere madrileno contro il Grifone cassa qualsiasi forma di critica con una prestazione da incorniciare. Al di là delle scelte arbitrali che possono aver danneggiato i partenopei, di cui ci limitiamo a parlarne come mero onore di cronaca, le prodezze del numero 25 consegnano al Napoli un punto comunque prezioso, considerando il campo ostico di Genova, sponda rossoblu. Quel che però Reina non ha fatto mai mancare sono il suo immenso carisma e la sua grande umiltà: un uomo, prima ancora che calciatore, capace di ammettere i propri errori, ma che nonostante ciò ha avuto la forza mentale di
rialzarsi. Perché Reina è caduto durante la sua permanenza a Napoli, ma la partita del Ferraris dimostra (ulteriormente) di come la forza mentale riesca a caratterizzare solo i grandi giocatori. Inoltre, ai miracoli con le mani ha aggiunto la solita, ma mai banale, precisione con i passaggi: contro il Genoa ha realizzato l’83% dei passaggi tentati, mentre il collega di reparto Perin si è fermato al 39%. Insomma, una riprova che avere un portiere con tali qualità aumenta quello che è il bagaglio tecnico a disposizione di Maurizio Sarri.
Sono secoli che viene tramandato e ribadito uno dei più famosi brocardi latini: “errare humanum est“. Ecco, Reina ha dimostrato a se stesso, ma non solo, di essere umano; senza tralasciare un aspetto importante. Ci sono solo due modi per fronteggiare un errore: piangersi addosso oppure accettarlo e ripartire. Ah, naturalmente per Pepe barrare B.
Francesco Vassura
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