“C’erano due rigori, uno per fallo di mano netto, poi su Milik. Manca l’espulsione su fallo su Callejon a limite dell’area. Chiederò al presidente di intervenire, la società deve dire qualcosa”: parole e musica di Maurizio Sarri dopo quanto accaduto ieri sera a Marassi. Il tecnico aveva invocato un intervento del club, che effettivamente questa mattina c’è stato, ma che non va nell’indirizzo che si sarebbe augurato l’allenatore.
“Ci sono state alcune decisioni arbitrali sfavorevoli, ma le decisioni degli arbitri, nel bene e nel male, vanno rispettate. Sono le regole del nostro calcio e se partecipiamo a questa competizione non dobbiamo cercare nessun tipo di alibi”: questa la prima parte delle parole di Aurelio De Laurentiis affidate questa mattina al sito ufficiale del Napoli. Uno storico cambio di tendenza da parte del patron partenopeo, che mai in passato aveva parlato in termini così pacati. Un modo per abbassare i toni della vicenda, se solo fosse finita così. E invece c’è dell’altro, una questione che rischia di tracimare da quella relativa agli arbitri, che sembra essere stata solo una scintilla.
“Anche se siamo il quinto fatturato, abbiamo investito 128 milioni nel mercato quest’anno, per poter dare ai napoletani e all’allenatore una squadra competitiva, e da quello che è emerso finora mi sembra che il Napoli sia molto competitivo”: ha continuato De Laurentiis, in risposta proprio alle affermazioni del tecnico, che ieri sera aveva dichiarato: “Siamo il quinto fatturato, non abbiamo obblighi”.
Insomma, qualcosa che si avvicina molto ad una guerra fredda, che il Presidente ha provato a stemperare con le ultime frasi del suo intervento: “Non mi resta che fare i complimenti alla squadra e all’allenatore per la partita di ieri”. Basterà per mettere fine alla querelle? La sensazione propende per il no, l’augurio, per il bene del Napoli, è che nessuna guerra intestina possa nascere a minare la serenità di una squadra che ha un grande futuro davanti a sé.
Vincenzo Balzano
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