PRIMAVERA – Tre indizi fanno una prova: gli azzurrini durano soltanto 45 minuti. Che ci sia un problema di preparazione?

È successo ancora una volta, il Napoli Primavera ha vanificato uno splendido primo tempo disputando una ripresa senza praticamente scendere in campo. Il risultato? Una partita buttata e tre punti regalati agli avversari, in questo caso la Sampdoria. Nella terza giornata di questo campionato i partenopei se la sono infatti vista con i pari età blucerchiati in quel di Sant’Antimo, perdendo però rovinosamente per 1-4.

Il Napoli era arrivato all’appuntamento da capo classifica e da tale si è comportato, almeno nel primo tempo. Aggressività, buone manovre offensive, tante occasioni da gol create ma purtroppo non concretizzate. La Sampdoria era vistosamente alle corde, eppure nella ripresa la squadra azzurra è crollata, sia fisicamente che mentalmente. Tardiva la reazione di Saurini che non è corso subito ai ripari, pur notando dopo soli 5 minuti che il centrocampo era in debito d’ossigeno. La conseguenza è stata delle più ovvie: 0-2 dopo 15 minuti con la Sampdoria in pieno forcing e gli azzurrini fermi sulle gambe. Il primo cambio arriva a partita ormai compromessa e l’espulsione del classe ’95 Lasicki, fuoriquota schierato per dare sostanza ed esperienza alla squadra, ha definitivamente tolto ogni possibilità ai partenopei di recuperare un match poi finito con un risultato decisamente troppo pesante.

Ma limitarsi ad un episodio isolato sarebbe comprensibile, e invece no. Il problema è proprio lì, questa è già la terza partita in cui il Napoli non va oltre il 45′. Le prime avvisaglie si erano avute proprio alla prima gara ufficiale, quella di campionato contro il Cesena. I partenopei erano riusciti ad imporsi per 1-0 grazie ad una rete del capitano Granata nel primo tempo, ma nella ripresa si era assistito ad un match in sofferenza continua, ma appena il livello degli avversari si è innalzato il Napoli si è sciolto. Prova inconfutabile è stata la partita disputata a Kiev contro la Dinamo di Youth League, persa sempre con il punteggio di 4-1 ma che aveva dato importanti indicazioni. Innanzitutto che la rosa ha valori individuali importanti ma che fatica a sviluppare un gioco corale, affidandosi fin troppo agli spunti personali degli esterni d’attacco. Comunque anche in quell’occasione i ragazzi di Saurini erano riusciti a chiudere il primo tempo in vantaggio, contenendo bene gli ucraini, prima di sciogliersi appena tornati in campo per disputare la ripresa. Senza dimenticare le successiva partite con Lazio ed Avellino (quest’ultima di Coppa Italia) dove si erano avute le stesse indicazioni, ma vinte anche grazie all’inconsistenza degli avversari (soprattutto dei biancoverdi). Prima dell’ultima, scialba, ripresa disputata proprio sabato contro la Samp.

sauriniInsomma qualcuno deve iniziare ad interrogarsi sulla tenuta fisica di questa squadra, non è possibile che una formazione di ragazzi di 17 e 18 anni, che dovrebbero avere nelle energie organiche il proprio punto di forza, sia già sulle gambe dopo soli 45 minuti. Non è spiegabile come ciò avvenga dopo sole 1 o 2 partite giocate in maniera consecutiva. Le scelte fin qui condotte da mister Saurini non hanno convinto a pieno: ci si affida sempre ai soliti 11-12 giocatori che vengono spremuti e che poi vengono riproposti anche 3 giorni dopo, quando forse un po’ di turnover oculato sarebbe più opportuno. Anche le sostituzioni, probabilmente, andrebbero effettuate prima che il punteggio diventi irrecuperabile.

Questa Primavera ha però importanti qualità, la possibilità di raggiungere importanti traguardi è concreta e sarebbe un vero peccato vedere andare sprecato il duro lavoro di questi ultimi mesi. Il Napoli è partito bene, ma ha mostrato dei limiti su cui bisogna lavorare. Anche Saurini deve dimostrare la propria crescita, cercando di alternare bene i calciatori puntando su chi si dimostra di partita in partita più in forma, leggendo bene la gara ed apportare in tempo le giuste modifiche. Inoltre bisogna risolvere al più presto il problema del “Napoli a metà“, quello che vede la squadra in partita, in alcuni casi dominandola, soltanto nel primo tempo, prima di lasciare il campo, risultato e punti all’avversario.

Quando i calciatori sono così giovani è dalla guida tecnica che ci si aspetta quel quid in più che sia in grado di aiutarli, quid che fin qui non è stato messo a disposizione dei giocatori.

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Pasquale Giacometti

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