Le pagelle di Napoli-Benfica: Mertens esplosivo. Hamsik e Ghoulam disegnano calcio, Milik e Jorginho…

Reina 6,5: Serata Champions, novanta minuti di massima attenzione da mettere in preventivo. Aspettative perfettamente rispettate. Col brivido o in totale sicurezza, l’estremo difensore azzurro c’è. Senza mai derogare alla necessaria efficacia. Fa ciò che deve anche sul goal della bandiera avversario, lì meriti e demeriti sono da ricercare in altri lidi.

Hysaj 6,5: Senso della posizione e gamba, fino alla fine. Fare guardingo e tanta corsa, con Callejon serra i ranghi senza nessuna sbavatura sulla destra. Si concede anche variazioni sul tema negli ultimi venticinue metri.

Albiol sv: La sua gara dura un soffio. Esce a causa di noie muscolari.

(Dall’11 Maksimovic 6,5: Esordio senza il minimo preavviso in una serata che può togliere il fiato. Esordio col brivido in cui non batte ciglio. In uscita è persino più elegante dello spagnolo. Totale scioltezza nella giocata e sceglie, sempre, la soluzione giusta. Convince in anticipo, anche in marcatura. Tranne quando Guedes lo brucia sul tempo, ma ha suo malgrado, un’autostrada da sfruttare.)

Koulibaly 6,5: Cambiano gli addendi al suo fianco, lui no. Solito incubo per i diretti avversari. Pulizia e potenza negli interventi, rapidità in progressione e ripiegamento. Mitroglu e compagni al San Paolo sono, sostanzialmente, comparse. Impeccabile.

Ghoulam 7,5:  Neanche un minuto a referto e disegna una parabola perfetta per la corsa in campo aperto di Milik. L’ispirazione c’è, tanta.  Trasfusa, fluida, nel mancino che scodella un pallone precisissimo per la torsione di Hamsik sul vantaggio. Poi la corsa, un pendolino puntuale e a, tratti, letteralmente devastante. Per tutta la gara c’è il suo volto con tanto di scritta “wanted” dalle parti della linea a 4 di Rui Vitoria. Precisissimo anche in fase di non possesso, ma nel finale è troppo superficiale, sul guizzo di Salvio.

Allan 6,5: Sarri lo sceglie con minuzia per le serate da battaglia. Il volante carioca non delude le attese, pressing forsennato e galloni portati con convinzione. Non c’è ancora traccia delle ripartenze devastanti a strappare le trame avversarie, segno che la condizione non è ancora quella ottimale.

Jorginho 6: Il dieci in marcatura serrata sul regista non è prerogativa lusitana, serata meno problematica almeno da questo punto di vista. E’ proprio il ’91 di Imbituba, invece, a spendersi con attenzione in rottura oltre che nella consueta tessitura di gioco. Un solo errore, figlio dell’eccessiva sicurezza. Scarico in totale disattenzione, un pacco regalo per il goal della bandiera avversario.

Hamsik 7,5: Esaltazione continua, danza e disegna calcio. Pochi minuti ed è già padrone assoluto del rettangolo di gioco. Personalità, giocate che deliziano a foraggiare la manovra – da antologia un tracciante per Callejon a tagliare il campo – e il goal, pesantissim0: scompare e riappare, poi una torsione perfetta che fa esplodere il San Paolo.

Callejon 7: L’equilibratore di Sarri si regala, e regala, l’ennesima sfida perfetta. Due fasi in una e un lavoro che lo vede uscire, stramato, dopo un’ora a ritmi forsennati. Cemento armato, con Hysaj, sulla destra quando è il Benfica a spingere. Tra le linee, in avanti, la sua presenza è una certezza. Lo squillo più importante la giocata che confeziona il rigore solare, Julio Cesar lo travolge.

(Dal 69′ Insigne s.v.)

Mertens 8: Pimpante, al limite dell’entropia. Si muove tanto, l’asse con Ghoualm è piglio e imprevedibilità in una combinazione sempre importante. Manca però nell’attimo finale, nella giocata che vale il colpo di coda. Questo almeno fino all’inizio della seconda frazione di gara: serpentina ubriacante e punizione dal limite guadagnata con mestiere: poi l’esecuzione, precisa. Primo goal in Champions. Ma il passo per il secondo è brevissimo: neanche dieci minuti ed arriva il guizzo di rapina. Due goal che riscaldano il cuore e fanno esplodere il folletto di Leuven, venti minuti di calcio su livelli spaziali prima della meritata standing ovation.

(Dall’81’ Giaccherini s.v.)

Milik 7: Non ha neanche un attimo per scaldare i motori, c’è subito l’occasione ghiottissima per regalarsi un’altra notte da sogno. Ma l’occasione, ghiottissima, gli sfugge a due passi da Julio Cesar. Lotta, tanto, su ogni pallone si desti dalle sue parti. In attesa dell’istante giusto. E quando arriva è freddo, gelido come gli inverni di Polonia dagli undici metri. Meno pochi minuti più tardi, in quel caso divora una doppietta già sul tabellino.

Sarri 7: Sfide del genere lo arrapano, l’ha detto. E la serata non ha mancato di regalare tutto all’allenatore azzurro. Una dimostrazione di forza assoluta per ampissimi spezzoni di gara. Calcio irrefrenabile e meccanismi che girano alla perfezione, del resto gli undici in campo sono quelli collaudati alla perfezione. un poker ai lusitani imbattuti in trasferta non è cosa da poco. Poi la rabbia del perfezionista che bada al minimo dettaglio, due errori che ne turbano il finale di gara e che non mancherà di rimarcare ai suoi. Resta il dominio assoluto nel girone e una serata da ricordare.

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