Da un lato la voglia, tanta, di mettere in campo tutte le proprie doti. Dall’altro la curiosità di vagliarne la stoffa, purissima. Marko Rog, dirigenza e tifosi, in un vero e proprio ping pong di emozioni ed aspettative. Nel mezzo, a fare da pompiere, Maurizio Sarri. Che al momento sta ancora delineando per il gioiellino ex Dinamo Zagabria il consueto apprendistato prima di un’utilizzo che sarà crescente. Guardare a Zielinski per credere.
Nessun dubbio sul ruolo, come evidenziato dall’edizione odierna de Il Mattino, l’allenatore partenopeo non toccherà i meccanismi oliati e collaudati in questa sua esperienza alle pendici del Vesuvio. Rog sarà una freccia in più, questo è indubbio, ma per il classe ’95 croato non snaturerà il contesto tattico. Nessun ritorno al, seppur amato ai tempi di Empoli, 4-3-1-2. Lo scotto delle prime giornate della scorsa stagione è ricordo ancora vivissimo. Le prove a Castel Volturno inequivocabili, interno a destra – nel ruolo di Allan e Zielinski – oppure omologo sul mancino, dove regna Marek Hamsik. L’apprendistato prosegue, piccoli difetti da limare, in particolare sulla postura. E un lavoro tattico costante, dove c’è da sopperire ad una struttura fisica che resta l’unico reale difetto, ma non un limite.
Del resto al classe ’95 di Varaždin basta chiedere. Lui esegue. E come gli compete. Le stimmate del giocatore in grado di spezzare gli equilibri sulla trequarti sono palesi. Capacità di saltare l’uomo e di calcio. E di inserirsi tra le linee. Specchio perfetto del capitano azzurro. Ma, all’occorrenza, non disdegna il sacrificio. Basti pensare alla sua unica presenza ad Euro 2016, 82′ a schermo su Iniesta, rubando respiro e idee al fuoriclasse del Barça. In fondo gamba e polmoni non mancano, anzi. E allora perché non approfittarne. Rog è pronto, si gode la Nazionale ma con un obiettivo ben inciso nella mente. Il countdown è scoccato, tra non molto non sarà più tempo, solo, di scalpitare.