“Ci sono momenti in cui un difensore non deve aver paura o vergogna di rinviare il pallone in tribuna”: solo alla fine vi sveleremo a chi appartiene questa frase, giusto per far comprendere che nel calcio tutto cambia affinché nulla cambi.
Minuto 43′ di Napoli-Roma. Salah lanciato sulla trequarti, Allan con un po’ di fortuna e tanta tenacia riesce ad allungargli il pallone che finisce sui piedi di Koulibaly. Il brasiliano si ferma, convinto che il suo compagno di squadra saprà giostrare bene la situazione. E in effetti il difensore senegalese ha a disposizione due soluzioni. La prima: retropassaggio a Reina che avrebbe potuto tranquillamente allontanare il pericolo. La seconda: spazzare quel maledetto pallone nei distinti. Kalidou sceglie invece la terza strada, quella più pericolosa: prova a raggirare Salah, che intanto era andato in pressing su di lui, per ricominciare l’azione. A quel punto la frittata è fatta: scaltro l’egiziano a spostarlo con un leggero movimento dell’anca e a rubargli palla per servire poi l’assist vincente a Dzeko.
L’errore di Koulibaly è figlio di due aspetti. Il primo è relativo alla troppa sicurezza nei propri mezzi. Un approccio sbagliato che nemmeno i più grandi del ruolo osano avere. Il secondo invece dipende dall’idea di calcio che l’allenatore ha impresso alla squadra: giocare sempre il pallone. Che è al contempo la forza ed il limite di questa squadra. La forza, perché quando ci riesce gli avversari ci capiscono poco; il limite, perché a volte bisogna lasciar perdere il fioretto ed agire di sciabola. Esattamente come nel caso di ieri: rinviare fuori quel pallone che scottava come una brace non sarebbe stato una dimostrazione di inferiorità. Anzi. “Ci sono momenti in cui un difensore non deve aver paura o vergogna di rinviare il pallone in tribuna”: volete sapere chi lo disse? Tale Franco Baresi. Può bastare?
Vincenzo Balzano
Twitter: @VinBalzano