Se fino a trenta anni fa seguire un match di calcio significava recarsi allo stadio o possedere una radio, con il prepotente ingresso delle pay-tv nella quotidianità delle persone negli anni ’90 il modo di vivere uno degli sport più amati al mondo è cambiato radicalmente. Nelle condizioni attuali grazie a Sky e Mediaset milioni di utenti possono accedere ad una quantità di eventi calcistici enorme, dal campionato italiano ai principali campionati stranieri, dalla Coppa del Mondo ai Campionati Europei permettendo agli appassionati di essere aggiornati sulle partite che si svolgono in pratica in tutto il globo. Negli ultimi mesi gli utenti delle principali pay-tv europee hanno goduto o godranno per di più di particolari vantaggi derivanti da un trend europeo che si sta facendo strada anche in Italia: l’abbassamento generale dei prezzi degli abbonamenti per far fronte alla sempre più spietata concorrenza.
L’escalation di questo fenomeno secondo Calcio & Finanza va rintracciata in Francia dove i prezzi di Canal + (proprietà: Vivendi) sono crollati in seguito alla battaglia con la sua “acerrima rivale” BeInSports (proprietà: Al Jazeera): se infatti prima un abbonamento completo Canal + costava 40 euro al mese ora si è scesi a 19,90 euro al mese, in pratica un risparmio del 50%. Come questo fenomeno ha innescato una spirale al ribasso anche in Italia? Il principale competitor nella penisola e in Europa è Sky, in questo ultimo anno ha visto aumentare i ricavi sul nostro territorio nazionale del 4% e ha il maggior numero di abbonati nel vecchio continente con una cifra che si attesta sui 21,83 milioni di utenti (4,76 solo in Italia). Qui arrivano le buone notizie per gli italiani, Mediaset Premium infatti ha dovuto ridurre i costi dell’offerta base mensile da 15 a 10 euro mentre il pacchetto completo comprendente calcio/cinema/serie TV/Infinity scende da 39 a 30 euro.
Il numero degli abbonati Premium infatti è fermo da anni come riferisce sempre Calcio & Finanza a 2 milioni di sottoscrizioni e la Champions League in esclusiva per il triennio 2015/2018 non ha spostato il bilanciamento del potere. Sebbene questa sia una buona notizia per chi avesse intenzione di sottoscrivere un abbonamento, sulla lunga distanza una eccessiva riduzione dei prezzi potrebbe diminuire la qualità e la quantità delle produzioni. L’Average Revenue per User (ricavi medi per utente) infatti indica la quantità di guadagno dell’emittente sul costo totale del singolo contratto e, in caso di eccessivo crollo di questa voce di bilancio, potrebbero diminuire gli investimenti proprio nel settore dello sviluppo di nuove proposte per gli acquirenti.